la mia amica danila
ieri danila (!) mi ha mandato una mail per partecipare a una iniziativa volta a conoscere la percezione di milano da parte degli italiani all'estero, per poi inoltrarla a un politico che non conosco. iniziativa lodevole.
io le ho risposto rimandandola al mio blog. lei ci ha dato un'occhiata e poi mi ha scritto dicendomi che vedo tutto nero, che sono pessimista, che l'italia secondo me è un paese finito e chiedendomi dove siano le proposte a parte il non scegliere dell'astensione.
io credo che l'astensione abbia una dignità quando è una scelta e non puro disinteresse. in italia gli astensionisti elettorali sono ignorati tranne quando si tratta di far fallire i referendum, eppure sono un numero consistente. degli altri non so e non mi sento di rappresentare nessuno, però io la mia scelta per le prossime elezioni l'ho fatta per motivi precisi e non qualunquistici: non voglio firmare deleghe in bianco a gente che poi non cambia niente. mi sono convinto che in questo momento, con questo sistema (e non mi riferisco solo al sistema elettorale, maggioritario o proporzionale cambia poco) e in questo contesto sociale il voto a uno qualsiasi dei partiti e dei politici non serve praticamente a nulla.
credo che si debba tornare a parlare, a informare, coinvolgere. bisogna uscire dalla narcosi - non solo ma soprattutto berlusconiana - e far capire che ci sono proposte, alternative, che la solidarietà non è il contributo a fondo perduto di uno stato ma un impegno personale, un atteggiamento verso il prossimo e la collettività. che la delega politica è utile quando viene utilizzata per la polis e non per il tornaconto personale o di lobby.
io sostengo che non ci sono molti modi per cambiare le cose. o i politici si auto-riformano, e mi pare che siano anni luce da questa ipotesi anche perché bisognerebbe spedirne a casa un bel po', oppure con un processo lungo si riesce a far uscire la gente dall'ipnosi. oppure si attende che le cose si siano messe talmente male che il numero di coloro che non ce la fanno più salga al punto tale da far scoppiare una rivoluzione. la terza ipotesi non mi pare plausibile, né augurabile. le rivoluzioni spargono sangue, sarebbe meglio non arrivarci. e poi l'italia conta troppi cattolici anche fra le classi più povere, troppi piccoli imprenditori. per non parlare del fatto che una rivoluzione ha bisogno di teorici e leader, e in italia non ne vedo: mi sforzo ma non riesco a vedere veltroni o rutelli guidare il popolo armato. con buona pace delle scemenze da venditori ambulanti di berlusconi e degli italoforzuti riguardo al fantomatico pericolo rosso.
insomma, cara danila, niente rivoluzione e niente auto-riforma. e tu vuoi votare per qualcuno che terrà le cose come stanno? fai pure. ammiro il tuo entusiasmo e secondo me sei un po' ingenua (dio come mi manca l'ingenuità), ma la tua opinione e la tua tensione sono rispettabilissime. proprio come le mie.
abbracci.