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je menano pure!

Posted by Max on 17:52
quando a partire sono soldatini, tutto sommato quattro gatti, è facile che parecchia gente se ne sbatta sonoramente i coglioni o la butti in politica. in fin dei conti la guerra sta in iraq, mica da noi. la casa distrutta e la figlioletta incenerita dal fosforo bianco mica sono nostri. ma quando ti fanno passare il treno sotto casa o ti aprono uno smaltimento rifiuti in cortile, non c'è più bush o bin laden che tenga, non vale la partigianeria per questo o quel partito né per l'una o l'altra maglia di calcio: improvvisamente sono tutti d'accordo.
mi è capitato di ricevere una mail che spiegava brevemente i motivi della protesta in val di susa e direi che a prima vista i motivi della rivolta sono condivisibili.
pare a me che la questione non si riduca al solo disturbo della quiete di un paio di valligiani. fosse solo questo, si potrebbe parlare della solita tendenza al "sacro egoismo" di ciascuno, in opposizione a un bene comune. storia già vista e sentita mille volte ma non per questo priva di significato. se la nostra società tende all'egoismo diffuso - e lo fa! - in cui basta che a me vada bene e gli altri coi loro problemi si impicchino pure, allora svegliarsi solo quando un problema ci tocca direttamente è troppo comodo e significa dover fare i conti con la stessa indifferenza con la quale noi per primi abbiamo trattato i problemi degli altri. se ne deduce che questa società ha innanzitutto urgente bisogno di riscoprire l'interesse per la dimensione sociale dei problemi.
in ogni caso questa questione del treno a alta velocità non è (solo) una questione di interesse particolare dei valligiani bensì dell'uso che si fa delle risorse nazionali e internazionali, visto che i finanziamenti europei per l'alta velocità arrivano dalle tasse pagate dai cittadini di tutta europa.
cerco di guardare la situazione nell'insieme e mi pare che sia chiara. c'è un mondo che si impoverisce, non è più il sempiterno terzo mondo, non sono più i cosiddetti paesi in via di sviluppo e che non si sviluppano mai. la questione tocca quasi tutti noi. tranne un numero che può ancora sembrare consistente ma che va via via riducendosi. poi ce l'élite, la crema, quelli che poveri non diventeranno mai e anzi con l'impoverimento degli altri divengono sempre più ricchi. distribuzione della ricchezza non significa (anche se può finire col trasformarsi in) assalto alla villa, esecuzione del ricco, appropriazione delle sue proprietà. significa una classe politica capace di gestire il bene comune in modo che la società non si tramuti in una giungla, né in un campo di concentramento.
la politica o i politici possono farcela da soli? non credo. se non è prima di tutto il cittadino a pretendere e a offrire legalità, coerenza, efficienza, allora siamo perduti. ma che fare quando i cittadini, proprio per espletare questa loro funzione e questi loro diritti/doveri scendono in piazza - in valle, in questo caso - e vengono sgomberati a forza? la sensazione che ne ricavo io è che non siamo più di fronte a politici che esprimono il paese, ma politici che costringono il paese a subire le loro decisioni. un ritorno a feudatari e reucci, con la loro corte di tenutari e fattori e una schiera di vassalli e plebaglia che non conta un cazzo.
chissà, forse non abbiamo mai contato un cazzo e io me ne sto accorgendo solo ora?

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