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Nuova costituzione

Posted by Max on 11:51
Porca l'oca, e chi l'avrebbe mai creduto? Mi tocca solidarizzare con Demente Tinozza!

Insomma, sono anni, lustri, decenni che tutti sanno che nomine, appalti, concorsi e quant'altro passano per il beneplacito dei partiti. Adesso cosa vogliamo fare, dire improvvisamente che solo lui e i suoi accoliti sono organizzati come una cosca?
Il problema non è l'Udeur: è l'Italia intera a essere governata da diverse famiglie, cosche, partiti, il nome non fa differenza. Regole, leggi, il bene comune sono assolutamente secondari rispetto alla priorità di rafforzare il proprio potere, per continuare a mantenerlo e quasi sempre anche per lucrarci sopra. Sono cose risapute e alle quali bisogna piegarsi, adattarsi o compartecipare attivamente.

Mi viene da ridere pensando alla prima, seconda, domani sarà la terza repubblica. Varrebbe la pena ufficializzare la nostra forma statale, magari adattando la costituzione. Perciò:

Proposta per una nuova costituzione

PRINCIPI FONDAMENTALI

Art. 1
L'Italia è un feudo fondato sul potere totale dei partiti.
A questi appartiene la sovranità, che viene esercitata principalmente e nella massima estensione per il proprio tornaconto.

Art. 2
Nel feudo, il riconoscimento e la garanzia dei diritti dell'uomo sono subordinati all'interesse preminente delle formazioni partitiche. Anche i diritti, così come i doveri, dei cittadini sono flessibili in ragione del beneficio che i partiti-feudo possono ricavarne.

Art. 3
La dignità dei cittadini e il trattamento davanti alla legge dipendono dalla loro appartenenza o meno a una formazione partitica, a un'azienda la cui rilevanza per gli interessi dei partiti sia preminente, e infine dal loro censo.

E così via. Mi sembra molto più corrispondente alla realtà dei fatti. Mica c'è bisogno di essere ipocriti.

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Pagliacci

Posted by Max on 14:49
La moglie di Mastella inquisita in quanto cattolica?
E perché non tirare fuori magari la persecuzione contro le donne?
Quest'anno hanno anticipato il carnevale.

Siamo sempre in attesa della legge sul conflitto d'interessi, il superamento della legge Treu/Maroni, i diritti alle coppie di fatto e omosessuali.

Povera Italia...

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"Il processo a Galileo fu ragionevole e giusto"???

Posted by Max on 09:41
Portiamo Ratzinger a fare lezioni e a tenere discorsi all'università scientifica?
Allora perché non portare un pedofilo a fare lezione di sessuologia alla scuola elementare?
Anche Hitler a parlare in sinagoga.
E, perché no?, Totò Riina a parlare di legalità alle imprese.
Barbablu a parlare di armonia nella coppia agli sposi novelli.

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Perché governano i cattivi?

Posted by Max on 13:43
Oggi un mio conoscente col quale parlo spesso degli avvenimenti, di politica e di filosofia mi ha mandato un link che contiene un articolo di un professore di economia dell'università del Nevada. Ve lo traduco e lo sottopongo alla vostra considerazione, nella sua lucida, disarmante analisi.
Io dentro a questo articolo riconosco un mucchio di facce. Praticamente tutte. Riconosco non solo i mali dei politici ma anche quelli dei dei semplici cittadini furbi per natura o per presunta necessità. E mi chiedo due cose:
- che si direbbe in Italia se un professore universitario o magari Beppe Grillo scrivessero un articolo come questo?
- se è vero quanto sostenuto da questo testo, allora che si fa?

Dal canto mio, credo che il problema non stia tanto nella democrazia in sé e per sé. Credo che stia nei meccanismi di creazione del consenso (mamma che termine terrificante) e nel controllo dei governanti. In questo senso credo che in Italia la democrazia nel senso vero del termine sia già terminata da un pezzo, in favore di una oligarchia formata dal connubio tra economia, politica e informazione (lobbies, politici che le rappresentano, media che ne propalano le menzogne o verità addomesticate). Per taluni versi, credo anzi che una vera democrazia non l'abbiamo conosciuta mai. Prima del fascismo perche mancava il suffragio universale, e dopo di esso perché... il discorso si fa lungo, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Basta con le pippe sulla prima, seconda, terza repubblica. È fumo negli occhi. Sarebbe ora di creare una vera democrazia.


Perché a governare sono i cattivi
di Hans-Hermann Hoppe

«Una delle proposizioni più largamente accettate tra gli economisti politici è la seguente: qualsiasi monopolio è negativo dal punto di vista dei consumatori. Il monopolio viene considerato nell'accezione classica di privilegio esclusivo garantito a un singolo produttore di un bene o di un servizio, vale a dire l'assenza di libero accesso in una determinata linea di produzione. In altre parole, solo un'agenzia A può produrre un dato bene, x. Qualsiasi monopolista del genere è negativo per il consumatore poiché, protetto da potenziali nuovi concorrenti nella sua area di produzione, il prezzo del prodotto x del monopolista sarà più elevato e la qualità sempre del prodotto x sarà inferiore che altrimenti.

Questo verità elementare è stata invocata frequentemente quale argomento in favore di un governo di tipo democratico in opposizione a un governo classico, monarchico o del principe. Questo perché in democrazia l'entrata nell'apparato di governo è libera - chiunque può diventare primo ministro o presidente - laddove invece in una monarchia questo privilegio è ristretto al re e al suo erede.

Invece, questo argomento in favore della democrazia è fatalmente bacato. Il libero accesso non sempre va bene. Il libero accesso e la competizione nella produzione di beni è un bene, ma la libera competizione nella produzione di mali non lo è. Il libero accesso nel business della tortura e dell'uccisione di innocenti, oppure la libera competizione nell'inganno e nella frode, per esempio, non rappresentano un bene, ma un grande male. Allora che tipo di "affare" è il governo? Risposta: non si tratta di un abituale produttore di beni venduti a consumatori volontari. Piuttosto si tratta invece di un "business" impegnato nella ruberia e nell'espropriazione - per mezzo di tasse e raggiri - e la protezione di beni rubati. Pertanto la libera entrata nel governo non alimenta qualcosa di buono. Infatti peggiora le cose, ovvero alimenta il male.

Da che uomo è uomo, in tutte le società esistono soggetti che bramano la proprietà altrui. Alcuni sono afflitti da questo sentimento più di altri, ma gli individui generalmente imparano a non perseguire questi sentimenti o addirittura a vergognarsene. In generale solo un numero ristretto di persone è incapace di reprimere il desiderio per la proprietà altrui, venendo trattati dai loro consimili come criminali e repressi dalla minaccia della punizione fisica. Nel governo "del principe", solo una persona - il principe - può legalmente perseguire il desiderio della proprietà altrui, ed è proprio ciò che lo rende un pericolo potenziale e un "cattivo".

Ad ogni modo, il principe viene limitato nei suoi desideri redistributivi in quanto tutti i membri della società hanno appreso a considerare l'appropriazione e la redistribuzione della proprietà di un altro uomo come vergognosa e immorale. In conseguenza di ciò, ogni azione del principe viene osservata con il massimo sospetto. In evidente contrasto, con l'apertura dell'accesso al governo, a ciascuno viene permesso di esprimere liberamente il proprio desiderio per la proprietà altrui. Ciò che prima veniva considerato come immorale e di conseguenza represso viene ora considerato come sentimento legittimo. Tutti possono bramare la proprietà altrui in nome della democrazia; e ciascuno può perseguire il proprio desiderio per la proprietà altrui, purché riesca a entrare in un posto di governo. Pertanto, in democrazia tutti divengono una minaccia.

In conseguenza di ciò, in condizioni democratiche il desiderio così popolare quanto immorale e anti-sociale per la proprietà altrui viene sistematicamente rafforzato. Qualsiasi richiesta viene legittimata se viene proclamata pubblicamente sotto la protezione speciale della "libertà di parola". Tutto può esser detto e preteso, e tutto è acchiappabile. Neppure il diritto alla proprietà apparentemente più privata viene esentato dalle richieste redistributive. E il peggio è che, soggetti a elezioni di massa, quei membri della società con inibizioni limitate o assenti riguardo all'appropriazione della proprietà altrui, vale a dire a-moralisti abituali con maggior talento nella riunione di maggioranze all'interno di una moltitudine di richieste moralmente disinibite e reciprocamente incompatibili (i cosiddetto demagoghi efficienti) tenderanno a guadagnare accesso e ad ascendere fino alla cima del governo. Quindi, una brutta situazione che diviene ancora peggiore.

Storicamente, la selezione di un principe avveniva per l'accidentale nascita nobile, e l'unica qualifica personale era rappresentata dall'educazione a divenire futuro regnante e preservatore della dinastia, status, possedimenti. Tutto ciò non assicurava che il principe non fosse cattivo e pericoloso, naturalmente. Comunque vale la pena ricordare che qualsiasi principe avesse fallito nel suo dovere primario di preservare la dinastia - che mandasse il Pese in rovina, causasse scontento, agitazioni e rivolte, o in qualunque altro modo mettesse a rischio la posizione della dinastia - doveva affrontare il rischio immediato di venire neutralizzato o assassinato da un altro membro della sua stessa famiglia. In qualunque caso, comunque, anche se l'accidentalità della nascita nobiliare e l'educazione non evitavano che un principe potesse essere cattivo e pericoloso, allo stesso tempo nascita nobiliare e educazione non precludevano neppure che potesse essere un dilettante inoffensivo o una persona buona e morale.

Per contro, la selezione di una classe dirigente per mezzo di elezioni popolari rende quasi impossibile che una persona buona o inoffensiva possa raggiungere la vetta. Primi ministri e presidenti vengono scelti per la loro provata efficienza nella demagogia moralmente disinibita. Pertanto, la democrazia assicura virtualmente che solamente uomini cattivi e pericolosi raggiungano la cima del governo. A dire il vero, quale risultato della libera competizione e selezione, quelli che ascenderanno diventeranno individui sempre più cattivi e pericolosi, ma in quanto reggenti temporanei e intercambiabili solo raramente verranno assassinati.

A questo proposito, nulla di meglio che citare H.L. Mencken. "I politici", annota con il suo caratteristico piglio, "raramente o addirittura mai entrano [in carica] per puro merito, almeno negli stati democratici. Accade, a volte, ma solo in virtù di qualche miracolo. Normalmente vengono scelti invece per ragione piuttosto diverse, in cima alle quali sta semplicemente la loro capacità di impressionare e incantare gli intellettualmente inferiori... Che nessuno di loro si avventuri a dire la semplice verità, tutta la verità e nient'altro che la verità circala situazione del Paese, estera e domestica? Che nessuno di essi si astenga da promesse che già sa non poter mantenere - e che nessun altro essere umano potrebbe mantenere? Che nessuno di essi pronunci una parola, per quanto ovvia, che possa allarmare o alienare uno qualsiasi del branco di coglioni che si raccolgono al truogolo pubblico, nutrendosi al capezzolo che si assottiglia sempre più, sperando l'impossibile? Risposta: forse per qualche settimana all'inizio... Ma non dopo che la questione sia discretamente partecipata, e la battaglia diventi seria... Tutti loro prometteranno a ogni uomo, donna e bambino del Paese qualsiasi cosa uomini, donne e bambini possano desiderare. Tutti loro attraverseranno il Paese cercando le possibilità per rendere povero il ricco, per rimediare l'irrimediabile, soccorrere l'insoccorribile, risolvere l'irrisolvibile, sfiammare ciò che non si può disinfiammare. Tutti loro cureranno le verruche semplicemente parlando sopra di esse, e salderanno il debito estero con soldi che nessuno dovrà tirar fuori dalle proprie tasche. Quando uno di loro dimostra che due più due fa cinque, un altro proverà che invece fa sei, sei e mezzo, dieci, venti, n. In breve, svestiranno i panni di uomini sensibili, candidi e sinceri, e diverranno semplicemente condidati per la carica, proni esclusivamente ad accalappiare voti. A quel punto, se già non lo sapevano prima, sapranno che in democrazia i voti vengono accalappiati non parlando col buonsenso bensì dicendo stupidaggini e a ciò si applicheranno con fervore. La maggior parte di essi, prima che il clamore si sia chetato, avrà perfino convinto se stesso. Il vincitore sarà chiunque prometta di più con la minor probabilità di riuscire a fare qualcosa.»

8 Novembre 2004

(Articolo originale reperibile presso LewRockwell.com)

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