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postilla per i galli

Posted by Max on 15:26
ho appena letto l'editoriale di ernesto galli della loggia sul corriere della sera. nel ribadire quanto espresso nel precedente post, aggiungo che questo intellettualino pare particolarmente impegnato non solo a dare giudizi (e ben venga se di questo o quello non sa che farsene, mi pare un complimento), bensì esattamente in quell'operazione di inclusione indiscriminata che, alla fine, porta alla completa annacquatura di un valore. è precisamente lì che si perde il confine tra cosa è possibile e cosa no, tra cosa è fascismo e cosa è resistenza. è quello il motivo per cui, nel rispetto per tutti i morti, non si può e non si potrà mai dire che partigiani e fascisti stanno sullo stesso piano. i primi sono morti per la libertà, i secondi per toglierla - e poco importa se a questo sono stati educati da un ventennio di regime.

è proprio perché si deve evitare che la perdita della memoria apra le porte a un nuovo regime che non si può permettere alla mussolini, o a fiore, o a romagnoli, e anche alla moratti figlia di partigiano internato ma leader di riforme dal contenuto molto poco democratico, di partecipare per calcolo politico a una manifestazione come quella del 25 aprile.

berlusconi e il suo governo - questa è la mia opinione ma credo sia largamente condivisa - ci hanno portato sull'orlo di un nuovo regime. non vederlo, o far finta di non capirlo, non significa amare la democrazia: significa fare il gioco di chi ha sbalestrato le regole della convivenza democratica. non è solo un avversario politico.

forse per galli della loggia tutti gli intellettuali e scienziati europei emigrati durante le dittature hanno sbagliato, meglio avrebbero fatto a adattarsi e accondiscendere implicitamente o esplicitamente con il regime.
in un dvd visto recentemente (mi pare citizen berlusconi), un giornalista italiano - valentino parlato, ma potrei sbagliare - spiega come assistette alla nascita del fascismo in italia, 80 anni fa. in casa conservavano i giornali, rilegati per annate. sfogli un anno e ci trovi un po' di fascismo. apri l'annata successiva e ne trovi di più, un altro anno e ancora di più. un bel giorno, qualche annata più tardi, ci trovi solo il fascismo. ma reagire in quel momento è già troppo tardi.

caro ernesto, il fascismo non nasce dall'oggi al domani, ma i tuoi articoli come quello di oggi ne rappresentano un ottimo viatico. la riprova: a milano ci sono stati gli incidenti prima delle elezioni, e tutti a condannare i violenti comunisti anarchici e chi più ne ha più ne metta. ma chi ha protestato, condannato, denunciato i fascisti che hanno sfilato dopo, a braccio teso e inneggiando al duce?

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25 aprile, non sagra cittadina, cazzo!

Posted by Max on 14:19
non ho commentato il 25 aprile. sono contento che esista, sono contento perché pare che interessi ancora molte persone. per il resto, tutto è già stato detto quindi inutile ripetersi.
mi interessa, invece, commentare quanto accaduto ieri. ho letto le condanne alle ingiurie alla moratti e quelle al falò della bandiera d'israele. ho letto l'intervista a pietro ingrao, ex-partigiano, anima critica del pci e oggi acceso sostenitore del pacifismo. e condivido, ma condivido con una riserva.

è vero che le ingiurie sono violente. è vero che gli ebrei sono stati vittime del nazi-fascismo e che lo stato di israele è nato anche per escludere che le violenze perpetrate ai danni degli ebrei attraverso i secoli non si ripetano.
ma è anche vero che esiste il sospetto che la moratti, distante anni-luce dall'antifascismo militante, sia andata alla manifestazione di milano per puro calcolo politico, essendo candidata alla carica di sindaco. la politica si è già svuotata di tanti contenuti, la superficialità e il presenzialismo sono degli obblighi: non conta per cosa ci si mostra, importa farsi vedere, notare, conoscere, per raccattare voti. allora se è vero che offendere e cacciare da un corteo è stupido e controproducente, è anche vero che accettare chiunque svuota il significato della manifestazione. insomma, dipende dalla buonafede. se, ad esempio, accettassi di vedere nel corteo la nipote del duce, che ancora inneggia con orgoglio a suo nonno e al suo tragico regime dittatoriale, implicitamente svilirei, annullerei il significato antifascista della manifestazione. allora tanto vale fare la sagra cittadina, invece di ricordare la resistenza e la vittoria sulla dittatura.

oppure! oppure la signora moratti, prima di partecipare, rilascia un'intervista in cui esplicitamente si associa ai valori antifascisti, alla cultura resistenziale. allora sarebbe un discorso molto diverso, ma bisognerebbe anche chiedere conto di tante cose fatte: dai contenuti della riforma scolastica alla partecipazione a un governo che per 5 anni ha bellamente passeggiato sulla schiena di buona parte del paese. insomma non si può fare i decisionisti di dubbia democraticità oggi e poi manifestare con gli antifascisti domani. così, a gratis. giusto per farsi un po' di pubblicità? ma andiamo!

il capitolo "israele" è diverso. non si può pretendere di negare verità e evidenze solo perché si è stati dalla parte delle vittime. se becco un pedofilo che abusa di un bambino, lo faccio arrestare e vengo a scoprire che è stato a sua volta abusato quand'era bambino, non per questo lo posso assolvere. così israele: ha la mia solidarietà per quanto è accaduto in secoli di vessazioni e da ultimo con l'olocausto, ma questo non darà mai a israele il diritto di segregare, vessare e espropriare i palestinesi dei loro diritti, punto. purtroppo c'è spesso un brutto giochetto per cui se si critica politicamente israele, si viene automaticamente associati ai razzisti, ai nazisti. praticamente, o ci si mette proni a qualsiasi cosa faccia israele, o si viene condannati. troppo facile, e politicamente scorretto e inaccettabile. per quanto mi riguarda, delle possibili accuse me ne strasbatto. so cosa sono e cosa non sono, gli altri pensino quello che vogliono.

bandiere bruciate ne abbiamo viste parecchie. io le ricordo in particolare durante la guerra in vietnam. non le bruciavano solo i comunisti, o quelli che una volta si chiamavano extraparlamentari. erano gli stessi americani a bruciare e dileggiare la propria bandiera, per una guerra chiaramente ingiusta. era una protesta politica, come lo è oggi.

conservare la memoria, non svuotarla di significato, combattere la superficialità, reclamare i propri diritti al pensiero e all'espressione critici mi sembrano slogan minimalisti che fanno riferimento a cose che forse sembravano acquisite e invece si dimostra - purtroppo - che non è così.

e allora, con tutti i difetti che ha, guardiamo pure all'america. esistono siti, tipo
myleftwing, rudepundit, concurringopinions, di progressisti americani che si sono ampiamente rotti i coglioni di stare a guardare il loro paese sprofondare nel fascismo del patriot act, delle guerre fuori dal diritto internazionale, degli imprigionamenti arbitrari, delle torture, degli interessi economici di ristrettissime elites (che guarda caso esprimono anche l'attuale leadership del paese). si sono rotti i coglioni di stare a guardare tutto questo senza reagire, come anestetizzati, psicologicamente sopraffatti dall'accusa di non essere buoni patrioti. tutto questo si regge su un'equazione molto sbagliata, ovvero che chi dirige il paese faccia sempre bene e debba essere sempre supportato. se glielo faccio mancare non significa solo che non mi piace questo o quel politico, ma significa che non amo il mio paese. falso, falsissimo. right or wrong, my country è una cazzata termonucleare fatta apposta per giustificare ingiustizie schifose ai danni di altri paesi e spesso degli stessi propri cittadini. allora, per lo stesso motivo bisognerebbe rivalutare chiunque abbia offerto appoggio a mussolini, o a saddam hussein, a pinochet. si ama il proprio paese se si ha anche il coraggio di criticarne la leadership quando sbaglia, perché questo significa porre le basi per un cambiamento che sta sempre alla base della democrazia.

tutto questo per dire che anche in america, dopo tanto dormire, la gente sta cominciando a risorgere moralmente, e lo fa con i mezzi a disposizione, i blog, in cui - toh! - si può vedere quale livello i toni abbiano raggiunto. altro che bandiere bruciate o insulti a un ministro opportunista. sarà anche questione di stile, ma chi l'ha detto che l'aggressività è tutta e sempre negativa? ci vuole piglio, e una dose di sana determinazione aiuta a raggiungere i risultati. altrimenti restiamo a fare gli alternativi che pensano di aver risolto il problema attaccando un adesivo alla macchina o evitando di comprare un certo prodotto. forse anche in italia qualcuno si rotto le palle di fare il bravo, il politically correct, lasciando che a gestire l'opposizione aun certo andazzo siano fassino, rutelli e mastella...

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nanni for president

Posted by Max on 08:50
neanche 24 ore da che è stato dichiarato vincitore prodi, e già assistiamo alla rinascita, alla ripartenza.
le agenzie di rating, il financial times e tutte le agenzie che ci criticavano fino a ieri, continuano a farlo oggi. se nulla cambia lo faranno anche domani, arriveranno i declassamenti, saremo tutti nella merda.

in questa situazione, contro ogni mia convinzione e per evitare mali peggiori, mi sono fatto convincere che era meglio andare a votare. ora, dopo lo scampato pericolo mi attenderei riunioni e polemiche riguardo a come risanare il paese, dove trovare i soldi per realizzare ciò che è stato promesso, insomma se anche prodi avesse già tutte le idee chiare, ci saranno pure cose da organizzare che richiedono tempo e dedizione. la stesura della proposta di legge sul conflitto d'interessi, per esempio: è già pronta? e quella sul riordino delle frequenze televisive? esiste già una bozza per la revisione della cirami? e lo scudo fiscale, e la riforma della scuola, e tante altre, per mettere a posto quello che berlusconi ha dissestato e - possibilmente - per andare oltre e proporre qualcosa di nuovo, di innovativo.
allora, già tutto pronto? perché se non è così, non vedo il motivo di stare a discutere su chi deve occupare questo o quella poltrona.
la visibilità... scusate, ma non state preparandovi alla creazione del partito democratico? allora che senso ha la visibilità di questo o quel partito di oggi?

e infine: quando leggo dichiarazioni tipo "prodi, prendi una decisione che dia coesione alla maggioranza" non posso fare a meno di pensare al significato. leggo il senso della frase a rovescio: ´"prodi, se prendi una decisione sbagliata (leggasi: che non mi o ci piace), la maggioranza non sarà coesa". è come dire: guarda che mi incazzo. ora io capisco che per stare in politica bisogna essere delle primedonne, con annesse isterie, ma la coesione è fatta dalla volontà delle persone, questa maggioranza non ha alternative al di fuori dell'essere coesa e cominciare a porre tensioni e ricatti non è il modo giusto di cominciare. è, invece, il modo giusto per proseguire una storia politica che non piace a me e, penso, a un numero molto elevato di italiani.

non credo che prodi non sappia che la decisione spetta a lui, quale capo della coalizione. dunque basta con le pressioni, le dichiarazioni tattiche ai giornali. roba da prima repubblica, roba che mi sono stufato di sentire. è un armamentario che non cambia la sostanza di ciò che siamo sempre stati: un paese bizantino con mezze calzette a dirigerlo. finitela! chiudetevi in una stanza, datevele di santa ragione, prendete delle decisioni e poi agite. basta con lo stillicidio dei messaggi consegnati a nuora (i giornali) perché suocera (gli altri partiti) intenda.

aveva ragione moretti: con questi leader non vinceremo mai. non tanto le elezioni, ma la vittoria vera, quella che conta, la vittoria del cambiamento, della trasformazione. bah!

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cominciamo subito?

Posted by Max on 15:26
bertinotti, violante, e tutto il carrozzone: non cominciate.
prodi non ha ancora ricevuto un incarico ufficiale, e voi cominciate a mettere in piazza i vostri litigi sulle poltrone? fatevi un bel direttivo a porte chiuse, scannatevi, ditevene di tutti i colori, poi uscite con delle decisioni e - se proprio bisogna azzannarsi - scazzottatevi con l'opposizione.
tra l'altro, berlusconi non aspetta altro che vi mettiate e litigare per le poltrone per poter dire - a ragione, anche se la sua coalizione non ha fatto diversamente - che siete nati per litigare e non per governare.

non mi frega una beata nerchia se il rinnovo delle cariche istituzionali incombe. avete voluto un voto per fare le cose diversamente? o le fate diversamente, oppure vaf-fan-cu-lo! e non ditemi che fa parte della dialettica politica. di questa dialettica personalmente ne ho i coglioni pieni, e non credo di essere l'unico.

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bondi. ed è subito vomito

Posted by Max on 15:25
riporto dal corriere della sera uno stralcio delle dichiarazioni di bondi: Bondi sostiene l'idea di un accordo tra Ds, Margherita e centrodestra: «si mettano d'accordo per governare il paese per due anni, per poi tornare a votare e riprendere la via dell'alternanza». Il programma? «L'aggancio della ripresa internazionale, la politica estera e il completamento delle riforme istituzionali».
tradotto per i non udenti: mentre gli italiani vanno a lavorare tranquilli come prima, noi ve la meniamo con il paese spaccato, manco ci fosse stata una guerra civile. scopo: rimanere abbarbicati al potere, condizionarlo, e poi con nuove elezioni la meneremo che non siete stati capaci di governare se non con la nostra stampella, che siamo imprescindibili e via menandola.
prodi, tieni duro! (anche contro le pressioni di d'alema e altra merdaglia simile)

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non fare agli altri...

Posted by Max on 15:29
follini dice che il paese ha bisogno di pacificazione politica. giusto, sensato.
follini pensa che ci debba essere cooperazione più che coalizione. sembra condivisibile.
a follì, e che tutti 'sti scrupoli sul rispetto della minoranza ti sono nati ieri notte? quando tu e i tuoi amici avete fatto passare tutte quelle leggi infami solo perché servivano al vostro capo e alla vostra maggioranza, dove te li eri infilati tutti questi bei concetti?
capisco che per fare il politico bisogna avere la faccia come il culo, ma qualche volta almeno la decenza di tacere...

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caro eugenio, ti scrivo

Posted by Max on 11:47
repubblica esce oggi con un editoriale di eugenio scalfari con il quale concordo quasi totalmente. l'analisi che fa dei motivi per cui tanti italiani hanno deciso di mettere il proprio voto nelle mani di uno come berlusconi è lucida e precisa.

il punto sul quale non mi trovo d'accordo è il seguente: Questo la gente "produttiva" lo sa e sa anche che è un gioco che non può andare avanti all'infinito. Infatti per l'Italia non funziona più. Però gli hanno creduto e l'hanno rivotato. Adesso forse si stanno accorgendo che, pur di restare al potere, preferirebbe vedere le piazze in rivolta. Non credo che lo seguirebbero. Va bene abolire l'Ici, ma la guerra civile, quella no.

naturalmente mi auguro di sbagliare, ma secondo me scalfari non tiene conto di quello che è andato accadendo a partire dal momento storico che inizia con la caduta del muro di berlino. fine delle ideologie o almeno del confronto/scontro tra ideologie, che in europa aveva prodotto sì il terrorismo ma anche generazioni che si ponevano il problema dello spessore delle loro scelte. adesso bisogna fare i soldi, nel modo più veloce possibile perché solo quello conta (ed ecco infatti spiegata la corsa alla speculazione in opposizione al valore del lavoro "sudato").

questo ha portato a un impoverimento morale, a una progressiva superficializzazione che noto anche in parte della cosiddetta sinistra. venti o trent'anni fa imperavano guccini, oggi imperano di cataldo o la consoli o chi per loro, ma quella è la tacca. morale della favola, riconosciuta da conoscenti che appartengono a entrambe le aree di estrazione ideologica, ci si vende per un piatto di lenticchie e il senso della solidarietà è relegato a associazioni di volontariato che rimangono troppo isolate tra loro e fondamentalmente minoritarie.

in questo quadro lo scontro è solo pseudo-ideologico, non fra ricchi e poveri, colti e ignoranti, nord e sud o qualsiasi altra contrapposizione del genere, bensì del tipo milan o juventus in cui si va più per simpatie e antipatie, in cui i dati (e su questo ha ragione scalfari) contano solo fino a un certo punto. l'antipatia, l'odio per "l'altra parte" scatenato dalla destra, questa volontà di non voler abbandonare il posto di comando a costo di calpestare tutte le regole di civile e democratica convivenza spacciato per "lotta" al comunismo, alle tasse, a quel che vi pare, può molto facilmente tramutarsi in guerra guerreggiata. nota amara: tanto da sinistra quanto da destra si sente sempre dire che il male dell'italia è il politico abbarbicato alla poltrona. cari amici destri, pare chiaro che berlusconi non è l'innovatore della politica ma l'ennesima piovra da scranno.

ho sentito gente del cosiddetto "ceto medio", quello che per antonomasia odierebbe la piazza e più ancora gli scontri di piazza. si sono bevuti tutta la propaganda, giustificano berlusconi e lo giustificherebbero comunque. sono convinto che lo seguirebbero anche (e forse, addirittura, lo seguirebbero soprattutto) se rompesse ogni indugio e proclamasse l'abolizione dei diritti costituzionali. di fatto, nel non riconoscere il risultato dell'esito elettorale con mezzucci il colpo di stato è lì lì, siamo veramente al filo del rasoio.

se questo ceto medio del quieto vivere esistesse come lo teorizza scalfari, il centrodestra e berlusconi stesso subirebbero segnali e pressioni che dovrebbero ragionevolmente indurli a smettere la sceneggiata del "un problema al giorno". questo mi pare non stia accadendo.

quel ceto medio a cui allude scalfari è invece quel numero consistente di persone che hanno strizzato l'occhio al fascismo, che non ha esitato a prendere la tessera per lavorare (così si giustificava chi si è giustificato), e che poi lo ha ripudiato dopo il 25 luglio, o dopo l'8 settembre, o dopo il 25 aprile. non era mica colpa loro, loro erano stati "costretti"... eccola la destra in italia: adesso questa gente aderisce a questo centrodestra protofascista e quasi-golpista, decide deliberatamente di seguire l'avventura di berlusconi. timore delle tasse? timore del fantasma di stalin? balle. a questo ceto medio piace l'ordine ipocrita che permette ai fascisti di sfilare in barba alle leggi sull'apologia, ma persegue i centri sociali.

una sola certezza, triste, mi rimane. dovesse accadere l'ennesima caduta nella violenza, il giorno in cui tutto finirà non si troverà un solo rappresentante del famigerato "ceto medio" disponibile ad assumersi le proprie responsabilità. c'è da giurarci: saranno tutti pronti a giurare che erano "prigionieri" di berlusconi così come tempo addietro furono prigionieri di mussolini, e in cuor loro saranno pronti, magari dopo qualche decennio, a seguirne uno nuovo.

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sgombero abusivi

Posted by Max on 22:33
abbiamo un ex-presidente del consiglio che tutte le sere guarda pisanu e, piangendo, gli chiede: "ma davvero me ne devo andare? ti prego, ti prego, dimmi che non è vero, noooooooooo". poi batte i piedi per terra, sporge il labbro e fa il muso. "e io non me ne vado, ecco!"

a proposito, poi sono quelli dei centri sociali che vanno sgomberati per occupazione abusiva, vero?

intanto in germania ci chiamano repubblica delle banane. e il bello è che hanno pure ragione.

grazie silvio per l'ennesima figura di merda che ci stai facendo fare in tutto il mondo.

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riformisti e lupi

Posted by Max on 11:47
bruno ieri mi ha mandato un’ansa su un articolo che dovrebbe uscire oggi su il riformista.

«Koalition, cinque condizioni chiare per aprire un negoziato». È il titolo dell'editoriale che 'Il Riformista’ pubblica domani, dedicato all'offerta lanciata ieri all'Unione da Berlusconi. Un'offerta pur «tardiva, strumentale e poco chiara» eppure, secondo il giornale 'arancione’, «smaltiti i bollori della campagna elettorale, è ora di ragionare a mente fredda. Invece di respingere l'idea in modo pregiudiziale, è meglio andare a vedere e porre delle condizioni chiare».
Per 'Il Riformista’, infatti, «il dialogo è obbligato per il centro-sinistra e necessario per il paese. Meglio cominciarlo subito, come scelta consapevole, che esserci costretti dopo, come conseguenza di un fallimento o quando si è con le spalle al muro. Adesso, Prodi può dettare le condizioni, domani potrebbe essere costretto a subirle».
«Ma quali condizioni? La prima, naturalmente - si legge nell'editoriale – è che Berlusconi si faccia da parte. In Germania, il cancelliere uscente, Gerhard Schroeder, si è dimesso e Angela Merkel, Kanzlerin designata, ha condotto lei le trattative. La seconda è una intesa sul capo dello Stato. Il Ciampi bis se il presidente è d'accordo, altrimenti si cerchi una figura che, per la sua caratura istituzionale e le sue qualità, sia il grande unificatore del quale l'Italia ha bisogno. Terza condizione, è che Forza Italia sia disposta a fare alcuni passi indietro: per esempio sulla riforma costituzionale imposta a colpi di maggioranza semplice, o sulla legge elettorale. Si potrebbe aprire una trattativa per cambiare questo proporzionale spurio (con evidenti effetti boomerang) e andare a votare con una legge che consenta di esprimere chiare maggioranze e garantire la governabilità».
«C'è poi l'emergenza primaria, quella che ha ricordato la Confindustria: il risanamento dei conti pubblici e il rilancio dell'economia. Per far passare le misure necessarie (anche se non saranno lacrime e sangue) c'è bisogno di molto più che due voti di maggioranza in Senato. È opportuno, dunque - si legge nell'editoriale - discutere sui contenuti e verificare se si trova un accordo. Anche l'Unione deve essere disposta a fare concessioni, per esempio accantonando l'intenzione di affossare la legge Biagi, oppure sulle pensioni (il passaggio alla riforma nel 2008 è molto complicato, ci sarà necessario di rivedere alcune cose, tra le quali lo 'scalone’ e per questo occorre un consenso ampio)».
«Ultima condizione, ma certo non per importanza, è la legge sul conflitto d'interessi. Il centrosinistra - secondo Il Riformista - dovrebbe garantire che non ha intenti puntivi, in cambio Forza Italia dovrebbe essere disponibile a una disciplina rigorosa che non sia di pura facciata come quella attuale. Il 'modello Draghi’ con l'obbligo di collocare le partecipazioni che non si vogliono cedere in un blind trust, può essere il punto di incontro».
«Sono solo alcuni esempi per una base di una discussione. A nostro avviso si potrebbe anche concedere una camera (il Senato) al centrodestra. Ma ci rendiamo conto che Prodi ha già preso molti impegni con i suoi alleati. Un negoziato su queste basi, non necessariamente deve portare a un governo di grande coalizione, ma può creare le condizioni di governabilità e un clima di competizione e cooperazione in Parlamento. Finché, cambiata la legge elettorale, si torna alle urne. Prodi avrà realizzato così il capolavoro di chiudere la transizione e aprire una nuova fase democratica. Non governerà per cinque anni, forse. Ma quelli che farà - si conclude l'editoriale - varranno almeno il doppio».


comunque, per rispondere al riformista, la situazione della germania non è assolutamente paragonabile a quella dell'italia. berlusconi non è schröder, il clima politico è diverso, le premesse sono molto diverse. non basta prendere un modello, togliendolo dal proprio contesto, e pensare di replicarlo. neppure per un supposto realismo che dovrebbe condurre a un bene migliore per l'italia. questo non tanto per voler essere oltranzisti, ma per una semplice quanto seria analisi della situazione. se berlusconi sta facendo quello che sta facendo, è proprio per evitare che alcune o tutte quelle cinque condizione vengano poste in essere. sarà lui stesso a non accettare. pare che nessuno voglia capire: quest'uomo è una neoplasia, una cosa che non se ne vuole andare nemmeno con la chemio. non accetterà alcun compromesso che comporti una qualche sua resa, e neppure compromessi. accusa l'opposizione di essere massimalista, estremista, ma il vero estremista è lui e l'ha dimostrato in questi anni di pseudogoverno. volete rifare la bicamerale? volete vendere nuovamente il conflitto d'interessi in cambio di qualcosa? io credo che prodi rifiuterà, ma alla proposta del riformista ha già risposto silvito berluscolini con la rottura di ogni indugio. parla di brogli e di voler fare un decreto per permettere la nuova conta di tutti i voti. un'altra legge ad hoc, il cui intento dichiarato è di cambiare il risultato delle elezioni. siamo all'atto finale: più in là di questo c'è solo la dichiarazione di abolizione della costituzione.

non resta che tenere duro, sperando che casini in primis, e fini in secundis, siano lungimiranti abbastanza da non assecondare lo spirito della lotta a oltranza del pazzo di arcore. si liberino del nano, facciano opposizione seria in parlamento. se - come prevedono - prodi dovesse rivelarsi incapace di gestire la sua maggioranzina e si dovesse andare a nuove elezioni, probabilmente le vincerebbero. e senza l'ingombro di berlusconi.

l'altra possibilità, tragica a dire il vero, è che tutta la casa delle libertà su cauzione pensi che senza il pelato e la sua potenza di fuoco mediatica il destino possa solo essere negativo, leggasi perdere le elezioni una volta dopo l'altra. se le cose stanno così e finiscono con l'appoggiare nuovamente questo ultimo attacco alle istituzioni, si va alla guerra civile e non mi si dica che non è così. accettare che berlusconi faccia un decreto-legge per permettere una nuova conta dei voti mentre al tempo stesso dice che il risultato elettorale deve (deve!) cambiare, significa accettare che la democrazia sia nient'altro che un ostaggio.

il che mi rimanda a un'ultima considerazione, ancora sulla tremenda responsabilità della dirigenza della sinistra. per dodici anni avete denunciato il pericolo di un regime, e avete sbraitato che quel regime c'era già. tante volte, troppe volte. poi siete andati agli accordi sottobanco. bisognerebbe appendervi per le palle! ora, se davvero si dovesse arrivare alla presa in ostaggio della democrazia e delle istituzioni, chi vi crederà dopo che avete gridato al lupo al lupo per un decennio?

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al peggio...

Posted by Max on 16:05
ringrazio il quasi ex ministro castelli per aver deliberatamente deciso di non chiedere l'estradizione di agenti di un servizio segreto straniero che hanno rapito e spedito cittadini stranieri verso carcere e tortura illegali. è interessante notare come questo buffone e i suoi degni compari la menino con la storia della reciprocità dei diritti (per esempio religiosi), ma pretendano che il diritto internazionale venga rispettato sempre e solo dagli altri. gli americani se ne sbattono i coglioni perché sono il bullo del quartierino, questo ex governo se ne sbatte i coglioni perché ha fatto la prostituta del bullo per cinque anni.
castelli: hai la stessa credibilità del mago otelma.

mi auguro che il nuovo governo decida diversamente.

p.s. chi l'avrebbe mai creduto, mi tocca rimpiangere craxi che schiera i carabinieri a sigonella per difendere la sovranità nazionale, impedendo alla delta force di impadronirsi di un arabo. è proprio vero che al peggio non c'è mai fine.

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il mercante in fiera mafiosa

Posted by Max on 20:15
hanno preso provenzano, adesso bisognerebbe rinchiudere anche berlusconi per mafia conclamata.
questo mercante in fiera, questo piazzista da quattro soldi, finto statista si atteggia da padrino delle istituzioni facendo intravvedere la minaccia di non riconoscere il risultato delle elezioni se, se, se. se la coalizione vincitrice non dovesse dimostrarsi disponibile a scendere a compromessi, se volesse denunciare l'avventura irachena, sottobanco anche (probabilmente) se non sarà disposta a evitare una legge che regoli democraticamente il conflitto d'interessi, e chissà quant'altro.
e allora da un lato la minaccia, anzi le minacce, e poi il tentativo di imbonire. mafia, non si può chiamare in altro modo. mafia criminale della peggior specie.
se prodi non cede al ricatto, allora lui non riconosce la validità del voto, allora il centrosinistra sarebbe responsabile del clima d'odio, del muro contro muro, degli eventuali incidenti che qualche "testa calda" potrebbe provocare, e perché no, magari invalidare il risultato delle elezioni.
allo stesso tempo giovanardi, esponente di quella coalizione che ha governato per cinque anni senza MAI tenere in alcun conto la volontà dell'altra metà del paese, avverte che se ora il centrosinistra farà altrettanto, allora seminerà vento e raccoglierà tempesta.
porca troia, il vento lo avete seminato VOI, e adesso che cazzo volete ancora?
è ora di dire basta. prodi, fassino, bertinotti, se non siete coglioni, ma avete i coglioni, è ora di dire chiaro e tondo che ai ricatti non si cede, che hanno perso le elezioni e devono SGOMMARE, nient'altro! accettare il ricatto ora significa preparare il terreno per ricatti maggiori, significa mostrare la coda di paglia.
mi auguro e mi aspetto una replica di prodi, pronta e chiarissima.

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sono milanisti...

Posted by Max on 16:20
protestano. hanno una voglia matta di urlare "brogli, cazzo, brogli!". dopo aver cambiato la legge elettorale a propria misura e in barba ai referendum. dopo aver martoriato le scatole con una campagna elettorale all'insegna degli allucinogeni. dopo aver diretto loro stessi le operazioni di voto, protestano. peccato siano morti, altrimenti stan laurel e oliver hardy entrerebbero a buon diritto nel gruppo dirigente della casa delle libertà per decorrenza dei termini.

sono amici di bush, che ha scatenato la guerra "contro il terrore" (la prossima sarà contro la paura del buio, forse ne farà una addirittura contro l'impotenza) e questo spiega molte cose. probabilmente vorranno protestare contro le loro stesse squadre di scrutatori. ma bisogna anche tenere conto che il direttore d'orchestra è il presidente del milan, quello che tramite il galoppino galliani rifiutò di concludere la partita contro il marsiglia perché a - si spense un faro dello stadio, e (soprattutto) b - il milan stava perdendo. non stiamo parlando di gente politically correct. in ogni caso, se vanno a ricontare le schede nulle può accadere che il distacco aumenti invece che diminuire.

mi pare ottimo, invece, lo sprone immediato a intraprendere la strada del partito unico. le diverse anime ci saranno comunque, ma almeno quando forza italia farà il 23% e l'unione oltre il 30% avremo il piacere di non sentire la penosa tiritera del "siamo comunque il primo partito d'Italia". poi si uniranno anche forza italia, an e udc? ben venga, almeno avremo un compiuto sistema bipolare, più qualche partito di dimensioni minori ma significativo per le minoranze. un po' come in germania, alla quale dovremmo invidiare sonoramente la stabilità dei governi, con tutto ciò che ne consegue.

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peggio non poteva andare

Posted by Max on 11:12
avevo intuito parecchie cose di questa campagna elettorale, e resto convinto che una decisiva maggioranza ne avesse avuto abbastanza di questo governo. è probabile che qualche giochetto sia stato fatto per evitare una sconfitta e magari acchiappare la vittoria sul filo di lana, ma questo non basta a spiegare.

il centrosinistra si sgolerà per ridurre il danno e conclamare una vittoria che c'è e non c'è. io mi auguravo e credevo che alla fine il divario sarebbe stato misurabile in termini di un minimo di cinque punti percentuali, augurabili dai sette ai dieci. anche con qualche broglio, non possono aver rosicchiato un margine tanto largo. è evidente quindi che larga parte dell'italia ancora non ne ha abbastanza, ancora crede al nano, o quantomeno non crede abbastanza all'alternativa.

credo che per larga parte di quel cinquanta percento di italiani che hanno votato per berlusconi e alleati sia difficile non riconoscere che la nazione, inclusi loro stessi, stanno messi peggio oggi di quanto non lo fossero cinque anni fa. ma più che entrare in una logica dell'alternanza preferiscono votare contro. la cultura della barriera anti-bolscevica, e poi il segno della croce e la parola d'ordine della famiglia, e la droga e i transessuali, omosessuali e gli immigrati... storie che ci sono sempre state e che ci saranno sempre. la difesa di questo la difesa di quello. ideologia. ideologia che, alla fine, si riduce al "gli altri mi stanno troppo sul cazzo". e allora via con il masochismo, l'auto-flagellazione.

ma sul versante opposto non andiamo molto meglio. incapaci di andare d'accordo, e incapaci di litigare seriamente, pronti all'offesa e allo stesso tempo all'accordo sotto banco, l'italia è un paese nel quale sono contento di non vivere più.

adesso vediamo cosa accadrà. la destra, alla quale non interessa niente altro che il potere, chiederà la riconta dei voti. non concederà la vittoria in nome del più alto interesse dello stato. non è stato questo l'orientamento finora, non si capisce perché dovrebbe cambiare di punto in bianco. a loro interessa il potere per i propri interessi, se l'italia va in malora chi se ne frega. la sinistra, per contro, cercherà di ottenere la vittoria sulla base dei voti alla camera, sperando (non è ancora sicuro) che i senatori eletti all'estero consegnino a loro la maggioranza anche in senato. e qui si aprono scenari da paura.

supponiamo pure che ce la facciano. a ogni pié sospinto, a ogni proposta che non sia stata esplicitamente contenuta nel programma, concordata e condivisa, il partito di turno per quanto piccolo e poco significativo potrebbe "opportunamente" non essere presente in senato alla votazione di questa o quella proposta di legge. basterà che manchi anche solo un paio di senatori, per i motivi più disparati: un impegno di lavoro, un mal di pancia, una fuga alla chetichella per incontrare l'amante, un'assenza calcolata politicamente. la legge non passa, il governo va sotto, berlusconi che strepita "ve l'avevo detto, rissosi, incapaci di governare".

il governo tecnico per andare subito a nuove elezioni potrebbe risolvere solo uno dei problemi: offrire maggiori garanzie che non accadano brogli. col capo dello stato in semestre bianco, l'approvazione della finanziaria e la minaccia di una declassazione da parte delle agenzie di rating internazionali, il tempo per queste cose non c'è. e non credo ci sia neppure la voglia degli italiani di tornare a votare.

come dice giustamente bruno, già che siamo nella merda era meglio addirittura perdere, perché questo avrebbe spazzato via i rutelli, i fassino e (volesse iddio) i d'alema, e tutta quella classe dirigente (o supposta tale) della sinistra che riconosce un ruolo positivo e propulsivo ai girotondi solo perché sono una stagione chiusa e sepolta. come dire che le critiche fanno piacere solo quando non le fate. grazie tante.

mi auguro solo di non dover vedere fra un paio d'anni qualche filmato che riprende il violante di turno denunciare in parlamento il tradimento di accordi fatti sottobanco con la destra. tipo il riconoscimento della vittoria in cambio della non-soluzione del conflitto d'interessi.

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appello

Posted by Max on 11:50
è storicamente tipico di tutti i fenomeni politici aggressivi, e non importa con quale colore si dipingano, infrangere le regole dicendo di rispettarle e al contempo accusando gli antagonisti di fare l'opposto e di costituire una minaccia per il paese.

in italia qualcuno ha già scritto dei molti motivi per cui un fascista non vota fini ma berlusconi. in genere, queste analisi vertevano su un'analisi dell'uomo politico, definendolo ora come un ruspante atipico, ora come un manager spregiudicato catapultato in politica e tendenzialmente insofferente verso qualsiasi norma che ne limiti le possibilità di azione.

quanto accaduto a napoli ieri in chiusura di campagna elettorale, con il gruppo di simpatizzanti che accoglie berlusconi al grido di "duce! duce!" va correttamente interpretato, evitando l'ennesima banalizzazione pena ritrovarsi in una dittatura più presto di quanto non si pensi. quanto accaduto, infatti, è gravido di implicazioni e altamente sintomatico.

innanzitutto, il mito di "berlusconi bravo imprenditore". non mi interessa scrivere qui se nel corso della sua carriera ha fatto bene o ha fatto male, quanto piuttosto ricordare come funziona un'azienda. per quanto ci siano regole che tendono o tentano di porre un limite al potere assoluto di un proprietario, quel potere rimane sostanzialmente intatto e assoluto. basta pagare. per citare un esempio, giusta causa o meno, se un imprenditore ti vuole fuori dalla sua azienda ti butterà fuori. ricorsi, denunce, scioperi... se ti vuole fuori, sei fuori. se l'azienda è piccola, poi, questo fenomeno è ancora più accentuato. in italia c'è un numero impressionante di piccole aziende, ergo un numero impressionante di persone che hanno fatto la scelta, tra le altre, di comandare a questo modo.

unitamente al fatto che comprare casa in molti casi sia più conveniente rispetto a un affitto il più delle volte salato, molta gente acquista casa proprio per gli stessi motivi: "qui posso fare come mi pare perchè sono sul mio", "da qui non mi manda via nessuno". insomma padroni in casa propria. l'italia è il paese europeo con il numero più alto di proprietari di casa.

molti datori di lavoro ritengono i dipendenti più suppellettili che risorse. il giorno in cui si stufano, proprio come un padrone di casa può stufarsi di un divano, ti mettono fuori. per carità, esistono anche imprenditori di tipo diverso, ma questo resta l'atteggiamento per antonomasia della miriade di padroncini di quello che una volta era conosciuto come la locomotiva del nord-est.

berlusconi ha portato questo atteggiamento all'interno dei palazzi del potere. le regole, le questioni di opportunità, le leggi, la costituzione, i ruoli istituzionali più che rappresentare delle garanzie per la civile e democratica convivenza rappresentano delle pastoie fastidiosissime. nei limiti del possibile gabbabili con menzognette, stratagemmi, ma - laddove non sia possibile - va bene anche la pura imposizione della propria volontà, mascherata da "più alto interesse nazionale" e con il ricorso all'addossamento di fantomatiche responsabilità a una parte altra.

ecco spiegato il numero impressionante di volte in cui siamo stati ad ascoltare allibiti le presunte giustificazioncelle, le smentite che non sono smentite ma accuse di travisamento di altre parole o di un'intenzione che è sempre buona a priori, l'appello a inesistenti pericoli, il ricorso a immagini fuori dal contesto e fuori dalla storia quali i recenti riferimenti alla cina e a stalin.

grazie al cielo berlusconi non ha né il magnetismo dello sguardo né la dialettica di mussolini o di hitler. per il resto, l'uso del potere in termini e in funzione del tutto personali, la voglia di culto della personalità, il ricorso all'evocazione di un rapporto quasi fisico tra "capo" e "nazione" - solo per ricordare alcuni dei tratti delle dittature nazi-fasciste - rimandano tout court alle peggiori pagine della storia europea del secolo scorso e chiunque conosca la storia e ami la democrazia dovrebbe sentirsi profondamente turbato e preoccupato.

possiamo rallegrarci di non aver - per ora - assistito a nulla di simile all'incendio del reichstag del 1933 (foto sopra) o all'assassinio di qualche parlamentare dell'opposizione (giacomo matteotti, assassinato dai fascisti nel 1924, foto a lato), perché i numeri per ascoltare berlusconi sospendere i diritti costituzionali ci sono praticamente tutti. del resto ci ha già avvertito che per scegliere qualcosa di diverso da lui bisogna essere dei coglioni. ci ha avvertito del fatto che il potere in mani sue è nel miglior interesse del paese e la miglior risposta alle schiere di comunisti pronte a affondare il paese.

è questo un paese dove le schiere, invece, sono quelle dei proprietari più o meno piccoli che già una volta, ottanta anni fa, con mirabile lungimiranza non hanno esitato a difendere il proprio diritto a comandare affidando il comando a uno solo, e sappiamo come è andata a finire.

io mi auguro che questo non sia il preludio a una nuova tristissima pagina della storia patria. mi auguro che abbia ragione prodi quando smorza i toni. se ha ragione berlusconi quando parla di queste elezioni riferendole per analogia a quelle del 1948, è vero che le posizioni sono ribaltate: se c'è un voto che può fare la differenza tra libertà e oppressione, quel voto va dato al centrosinistra. per quanto mi riguarda io penso che l'analogia più forte, invece, sia riscontrabile con il 1922. non andiamo sull'aventino, difendiamo la democrazia o quel che ne rimane, con la coscienza che c'è in molte parti d'italia una gran voglia di tornare a vestire la camicia nera.

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all'okkio!

Posted by Max on 14:51
altri migliori di me, come ezio mauro ieri, hanno spiegato perché non c'è da stare tranquilli. l'uomo non vuole perdere, e quell'uomo è convinto di non dover perdere.
blandire e aggredire, carota e bastone. ti prometto meno tasse, ma se non mi voti sei un coglione. se perdo sarà perché troppi italiani sono masochisti, oppure perché la sinistra ha fatto i brogli.
con tutta probabilità lo sbraitare la paura dei brogli serve solo a uno scopo: spostare l'attenzione, pararsi il culo preventivamente. i brogli li sta probabilmente preparando lui, ma se anche così non fosse, a elezioni perdute potrà sempre proclamarsi vittima, eventualmente non accettare il risultato. oppure ha già preparato più che un broglio. il capo di stato in semestre bianco, accuse di brogli, sfiducia alla magistratura, urla contro i giornalisti: è uno scenario perfetto per proclamare l'emergenza nazionale e sospendere i diritti civili per il presunto bene superiore della nazione.

se questo dovesse accadere bisogna reagire, esautorando qualunque cosiddetto leader di sinistra in quanto complice - anche se involontario - di quanto accaduto per non aver saputo o voluto fare quel che andava fatto quando ce n'era la possibilità. e, naturalmente, organizzare la resistenza armata. è una cosa che quei signori devono sapere.

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promesse, non minacce

Posted by Max on 10:58
sì, ho spedito il mio voto.a dire la verità l'ho spedito la mattina dopo aver scritto il post in cui mi chiedevo se davvero avrei imbucato o meno.



ho votato per l'italia dei valori, per di pietro. i motivi sono sostanzialmente due, anche se riconducibili allo stesso ceppo.
il primo, assolutamente importante: di pietro non candida gente condannata. come lui, solo altri tre partiti: rifondazione, comunisti italiani, verdi. tutti gli altri candidano gente con la fedina penale sporca, e questo me li rende invotabili a prescindere dal programma, dalla coalizione e da quant'altro.

il secondo, sono stato cresciuto credendo alla legalità. più volte ascolto gente riferirsi con sarcasmo al famoso tintinnar di manette, anche a sinistra. non si capisce perché il marocchino che ruba una mela debba finire in carcere, e il manager che rovina un'azienda fraudolentemente debba star fuori. per quelli di destra, invece: non si capisce perché si debba prendere a esempio l'america quando si tratta di libertà (?), di privatizzazioni, di pensioni e tutte queste balle qua, e improvvisamente si dimentichi che in america le frodi fiscali, le speculazioni indebite, gli insider trading, i falsi in bilancio vengono puniti con il carcere. altro che depenalizzazione! allora o gli stati uniti sono un esempio da seguire, o non lo sono.

il ritorno, o meglio l'approdo, al concetto di legalità viene prima di qualsiasi altra considerazione. candidare pregiudicati diventa una pregiudiziale negativa alla quale non mi sento di rinunciare. chi sbaglia paga, chi paga ha saldato il conto, ma a seconda del reato può non essere più considerato adatto a ricoprire ruoli istituzionali. non posso pensare che gente che ha patteggiato - quindi riconosciuto l'infedeltà allo stato - per reati di corruzione possa essere considerato candidabile, eleggibile, solo in base al proprio talento politico. insomma, il classico ragionamento "è infedele ma è un bravo politico" va rovesciato a 180 gradi. "sarà anche un bravo politico, ma è infedele e corrotto". pertanto, fuori!

io credo che chi procura danno alla comunità vada perseguito e che il semplice risarcimento non sia sufficiente. troppo facile inveire contro i centri sociali che spaccano una vetrina, e poi tornare in azienda e falsificare i bilanci fino a rovinare centinaia di famiglie, o evadere il fisco e quindi togliere risorse allo stato facendo soffrire maggiormente chi meno ha.

altro che coglioni che non pensano al proprio interesse.

detto questo, invito i pochi che mi leggono a far bene i propri conti. troppo facile il pensare ideologico. "voto così per buttare fuori berlusconi". si va bene, e poi? berlusconi ha fatto i propri interessi e ci ha tolto molto, in termini di ricchezza e di libertà. allora non si può pensare di sostituirlo con altra gente che ha già dimostrato di tenere più al proprio portafogli che non allo stato. questione di coerenza.

chiudo questo post affermando che se non avessi spedito così rapidamente, dubito che lo avrei fatto. con tutta l'incazzatura per gli errori fatti dalla sinistra al governo, e con l'incapacità di dire chiaro e tondo cosa si farà e cosa no, la mancanza di aggressività, i toni da sonnellino di prodi, l'innegabile verità riguardo alla difficoltà di composizione e accordo tra anime così diverse nella coalizione, per finire con i dispetti da asilo tra politici, negli ultimi giorni mi sono veramente stufato. la sinistra farà meglio a calcolare bene, perché se vince e sputtana anche questa possibilità di regolare un bel po' di cosette, alle prossime elezioni non ci saranno tommasi, danile e bruni e barbare che tengano. non è una minaccia, è una promessa.

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manco fossi frate indovino

Posted by Max on 13:49
il 9 marzo scorso scrivevo:

il puzzone ha rifiutato di andare alla sfida televisiva con rutelli perché era convinto di vincere, cosa che poi è avvenuta. adesso sbraita che prodi ha paura. solita storia, va bene quando lo faccio io ma quando lo fai tu non va più bene. tutto già visto. "non glielo lascieremo fare" sbraitava il berluscolini quando il centrosinistra voleva modificare la legge elettorale senza il suo consenso. poi l'ha modificata lui senza il consenso della controparte.
sarebbe ora di mettersi in testa di che pasta è fatto l'uomo e prendere le adeguate contromisure.

adesso, pur di ottenere il confronto televisivo con prodi, dice di rinunciare alla conferenza di fine legislatura da capo del governo. dice. si asterrà sul serio? io non ci credo, non mi fido. alla fine inventerà un motivo qualsiasi per farla lo stesso, e i suoi leccapiedi saranno pronti ad avallare. prodi dice che il pericolo pubblico numero uno per la democrazia ha finalmente capito che ci sono delle regole e che bisogna rispettarle.

scommettiamo che non è così?


si obietterà che la previsione era talmente scontata da non permettermi di attribuirmi facoltà paranormali. sta di fatto che l'affermazione di prodi era sbagliata e che è tempo di capire che con il datore di coglioni non può esserci altro confronto che la prova di forza. ancorata alla democrazia, ma pur sempre prova di forza.

così come è stato sbagliato non avere lungimiranza sufficiente per dirimere il conflitto d'interesse quando si poteva e si doveva farlo, solo perché il diretto interessato aveva un partito e si opponeva per mantenere il suo impero, il privilegio e - in ultima analisi - la fonte della sua influenza politica, sarebbe ed è sbagliato oggi pensare di andare al governo per riprendere la storia degli accordi bipartisan. per andare d'accordo bisogna essere in due, berlusconi non accetterà mai di perdere a causa del rispetto delle regole, né di modificare regole in senso a lui sconveniente, per cui bisogna essere più aggressivi. è assolutamente indispensabile che il prossimo governo, se sarà di sinistra, IMPONGA la soluzione di queste situazioni, con o senza l'accordo del nano. inutile, ripeto inutile! temere l'accusa d'essere antidemocratici, autoritari, stalinisti e quant'altro. prima di tutto perché tanto sono sparate che fa lo stesso a scopi propagandistici (e quindi, perso per perso, almeno che lo dica per qualcosa), ma soprattutto perché l'italia DEVE risolvere questi problemi se vuole rimanere, o meglio se vuole rientrare nel novero delle democrazie e dei paesi che producono. così come stiamo, siamo fermi, stagnanti, un paese soffre per permettere al nano piazzista demagogo populista e fascista di prosperare. lui e la sua cricca di accoliti.

p.s. l'ultima ora dice che ci rinuncia. ma non siamo ancora al 9 aprile, e io continuo a scommettere che - in un modo o nell'altro - l'assolto per decorrenza dei termini troverà il modo per gabbare le regole e fare la sua tirata finale.

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cooperazione italo-americana?

Posted by Max on 10:50
i giornali di oggi danno notizia dell'abbattimento della prima delle costruzioni abusive a bari.

da "la repubblica": poco dopo le 10.30 è stato abbattuto il primo dei tre palazzoni - il più grande - eretti sul lungomare. utilizzati 300 chili di esplosivo e 150 detonatori. gli altri edifici saranno fatti saltare il 23 e 24 aprile.

un lavoro perfetto.

devono avere chiamato la stessa squadra che ha tirato giù le twin towers.

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