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appello

Posted by Max on 11:50
è storicamente tipico di tutti i fenomeni politici aggressivi, e non importa con quale colore si dipingano, infrangere le regole dicendo di rispettarle e al contempo accusando gli antagonisti di fare l'opposto e di costituire una minaccia per il paese.

in italia qualcuno ha già scritto dei molti motivi per cui un fascista non vota fini ma berlusconi. in genere, queste analisi vertevano su un'analisi dell'uomo politico, definendolo ora come un ruspante atipico, ora come un manager spregiudicato catapultato in politica e tendenzialmente insofferente verso qualsiasi norma che ne limiti le possibilità di azione.

quanto accaduto a napoli ieri in chiusura di campagna elettorale, con il gruppo di simpatizzanti che accoglie berlusconi al grido di "duce! duce!" va correttamente interpretato, evitando l'ennesima banalizzazione pena ritrovarsi in una dittatura più presto di quanto non si pensi. quanto accaduto, infatti, è gravido di implicazioni e altamente sintomatico.

innanzitutto, il mito di "berlusconi bravo imprenditore". non mi interessa scrivere qui se nel corso della sua carriera ha fatto bene o ha fatto male, quanto piuttosto ricordare come funziona un'azienda. per quanto ci siano regole che tendono o tentano di porre un limite al potere assoluto di un proprietario, quel potere rimane sostanzialmente intatto e assoluto. basta pagare. per citare un esempio, giusta causa o meno, se un imprenditore ti vuole fuori dalla sua azienda ti butterà fuori. ricorsi, denunce, scioperi... se ti vuole fuori, sei fuori. se l'azienda è piccola, poi, questo fenomeno è ancora più accentuato. in italia c'è un numero impressionante di piccole aziende, ergo un numero impressionante di persone che hanno fatto la scelta, tra le altre, di comandare a questo modo.

unitamente al fatto che comprare casa in molti casi sia più conveniente rispetto a un affitto il più delle volte salato, molta gente acquista casa proprio per gli stessi motivi: "qui posso fare come mi pare perchè sono sul mio", "da qui non mi manda via nessuno". insomma padroni in casa propria. l'italia è il paese europeo con il numero più alto di proprietari di casa.

molti datori di lavoro ritengono i dipendenti più suppellettili che risorse. il giorno in cui si stufano, proprio come un padrone di casa può stufarsi di un divano, ti mettono fuori. per carità, esistono anche imprenditori di tipo diverso, ma questo resta l'atteggiamento per antonomasia della miriade di padroncini di quello che una volta era conosciuto come la locomotiva del nord-est.

berlusconi ha portato questo atteggiamento all'interno dei palazzi del potere. le regole, le questioni di opportunità, le leggi, la costituzione, i ruoli istituzionali più che rappresentare delle garanzie per la civile e democratica convivenza rappresentano delle pastoie fastidiosissime. nei limiti del possibile gabbabili con menzognette, stratagemmi, ma - laddove non sia possibile - va bene anche la pura imposizione della propria volontà, mascherata da "più alto interesse nazionale" e con il ricorso all'addossamento di fantomatiche responsabilità a una parte altra.

ecco spiegato il numero impressionante di volte in cui siamo stati ad ascoltare allibiti le presunte giustificazioncelle, le smentite che non sono smentite ma accuse di travisamento di altre parole o di un'intenzione che è sempre buona a priori, l'appello a inesistenti pericoli, il ricorso a immagini fuori dal contesto e fuori dalla storia quali i recenti riferimenti alla cina e a stalin.

grazie al cielo berlusconi non ha né il magnetismo dello sguardo né la dialettica di mussolini o di hitler. per il resto, l'uso del potere in termini e in funzione del tutto personali, la voglia di culto della personalità, il ricorso all'evocazione di un rapporto quasi fisico tra "capo" e "nazione" - solo per ricordare alcuni dei tratti delle dittature nazi-fasciste - rimandano tout court alle peggiori pagine della storia europea del secolo scorso e chiunque conosca la storia e ami la democrazia dovrebbe sentirsi profondamente turbato e preoccupato.

possiamo rallegrarci di non aver - per ora - assistito a nulla di simile all'incendio del reichstag del 1933 (foto sopra) o all'assassinio di qualche parlamentare dell'opposizione (giacomo matteotti, assassinato dai fascisti nel 1924, foto a lato), perché i numeri per ascoltare berlusconi sospendere i diritti costituzionali ci sono praticamente tutti. del resto ci ha già avvertito che per scegliere qualcosa di diverso da lui bisogna essere dei coglioni. ci ha avvertito del fatto che il potere in mani sue è nel miglior interesse del paese e la miglior risposta alle schiere di comunisti pronte a affondare il paese.

è questo un paese dove le schiere, invece, sono quelle dei proprietari più o meno piccoli che già una volta, ottanta anni fa, con mirabile lungimiranza non hanno esitato a difendere il proprio diritto a comandare affidando il comando a uno solo, e sappiamo come è andata a finire.

io mi auguro che questo non sia il preludio a una nuova tristissima pagina della storia patria. mi auguro che abbia ragione prodi quando smorza i toni. se ha ragione berlusconi quando parla di queste elezioni riferendole per analogia a quelle del 1948, è vero che le posizioni sono ribaltate: se c'è un voto che può fare la differenza tra libertà e oppressione, quel voto va dato al centrosinistra. per quanto mi riguarda io penso che l'analogia più forte, invece, sia riscontrabile con il 1922. non andiamo sull'aventino, difendiamo la democrazia o quel che ne rimane, con la coscienza che c'è in molte parti d'italia una gran voglia di tornare a vestire la camicia nera.

2 Comments


scusa...e' l' incendio del reichstag questo?non so se ho scritto giusto...


Sì, la foto ritrae proprio il Reichstag in fiamme

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