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caro eugenio, ti scrivo

Posted by Max on 11:47
repubblica esce oggi con un editoriale di eugenio scalfari con il quale concordo quasi totalmente. l'analisi che fa dei motivi per cui tanti italiani hanno deciso di mettere il proprio voto nelle mani di uno come berlusconi è lucida e precisa.

il punto sul quale non mi trovo d'accordo è il seguente: Questo la gente "produttiva" lo sa e sa anche che è un gioco che non può andare avanti all'infinito. Infatti per l'Italia non funziona più. Però gli hanno creduto e l'hanno rivotato. Adesso forse si stanno accorgendo che, pur di restare al potere, preferirebbe vedere le piazze in rivolta. Non credo che lo seguirebbero. Va bene abolire l'Ici, ma la guerra civile, quella no.

naturalmente mi auguro di sbagliare, ma secondo me scalfari non tiene conto di quello che è andato accadendo a partire dal momento storico che inizia con la caduta del muro di berlino. fine delle ideologie o almeno del confronto/scontro tra ideologie, che in europa aveva prodotto sì il terrorismo ma anche generazioni che si ponevano il problema dello spessore delle loro scelte. adesso bisogna fare i soldi, nel modo più veloce possibile perché solo quello conta (ed ecco infatti spiegata la corsa alla speculazione in opposizione al valore del lavoro "sudato").

questo ha portato a un impoverimento morale, a una progressiva superficializzazione che noto anche in parte della cosiddetta sinistra. venti o trent'anni fa imperavano guccini, oggi imperano di cataldo o la consoli o chi per loro, ma quella è la tacca. morale della favola, riconosciuta da conoscenti che appartengono a entrambe le aree di estrazione ideologica, ci si vende per un piatto di lenticchie e il senso della solidarietà è relegato a associazioni di volontariato che rimangono troppo isolate tra loro e fondamentalmente minoritarie.

in questo quadro lo scontro è solo pseudo-ideologico, non fra ricchi e poveri, colti e ignoranti, nord e sud o qualsiasi altra contrapposizione del genere, bensì del tipo milan o juventus in cui si va più per simpatie e antipatie, in cui i dati (e su questo ha ragione scalfari) contano solo fino a un certo punto. l'antipatia, l'odio per "l'altra parte" scatenato dalla destra, questa volontà di non voler abbandonare il posto di comando a costo di calpestare tutte le regole di civile e democratica convivenza spacciato per "lotta" al comunismo, alle tasse, a quel che vi pare, può molto facilmente tramutarsi in guerra guerreggiata. nota amara: tanto da sinistra quanto da destra si sente sempre dire che il male dell'italia è il politico abbarbicato alla poltrona. cari amici destri, pare chiaro che berlusconi non è l'innovatore della politica ma l'ennesima piovra da scranno.

ho sentito gente del cosiddetto "ceto medio", quello che per antonomasia odierebbe la piazza e più ancora gli scontri di piazza. si sono bevuti tutta la propaganda, giustificano berlusconi e lo giustificherebbero comunque. sono convinto che lo seguirebbero anche (e forse, addirittura, lo seguirebbero soprattutto) se rompesse ogni indugio e proclamasse l'abolizione dei diritti costituzionali. di fatto, nel non riconoscere il risultato dell'esito elettorale con mezzucci il colpo di stato è lì lì, siamo veramente al filo del rasoio.

se questo ceto medio del quieto vivere esistesse come lo teorizza scalfari, il centrodestra e berlusconi stesso subirebbero segnali e pressioni che dovrebbero ragionevolmente indurli a smettere la sceneggiata del "un problema al giorno". questo mi pare non stia accadendo.

quel ceto medio a cui allude scalfari è invece quel numero consistente di persone che hanno strizzato l'occhio al fascismo, che non ha esitato a prendere la tessera per lavorare (così si giustificava chi si è giustificato), e che poi lo ha ripudiato dopo il 25 luglio, o dopo l'8 settembre, o dopo il 25 aprile. non era mica colpa loro, loro erano stati "costretti"... eccola la destra in italia: adesso questa gente aderisce a questo centrodestra protofascista e quasi-golpista, decide deliberatamente di seguire l'avventura di berlusconi. timore delle tasse? timore del fantasma di stalin? balle. a questo ceto medio piace l'ordine ipocrita che permette ai fascisti di sfilare in barba alle leggi sull'apologia, ma persegue i centri sociali.

una sola certezza, triste, mi rimane. dovesse accadere l'ennesima caduta nella violenza, il giorno in cui tutto finirà non si troverà un solo rappresentante del famigerato "ceto medio" disponibile ad assumersi le proprie responsabilità. c'è da giurarci: saranno tutti pronti a giurare che erano "prigionieri" di berlusconi così come tempo addietro furono prigionieri di mussolini, e in cuor loro saranno pronti, magari dopo qualche decennio, a seguirne uno nuovo.

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