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riformisti e lupi

Posted by Max on 11:47
bruno ieri mi ha mandato un’ansa su un articolo che dovrebbe uscire oggi su il riformista.

«Koalition, cinque condizioni chiare per aprire un negoziato». È il titolo dell'editoriale che 'Il Riformista’ pubblica domani, dedicato all'offerta lanciata ieri all'Unione da Berlusconi. Un'offerta pur «tardiva, strumentale e poco chiara» eppure, secondo il giornale 'arancione’, «smaltiti i bollori della campagna elettorale, è ora di ragionare a mente fredda. Invece di respingere l'idea in modo pregiudiziale, è meglio andare a vedere e porre delle condizioni chiare».
Per 'Il Riformista’, infatti, «il dialogo è obbligato per il centro-sinistra e necessario per il paese. Meglio cominciarlo subito, come scelta consapevole, che esserci costretti dopo, come conseguenza di un fallimento o quando si è con le spalle al muro. Adesso, Prodi può dettare le condizioni, domani potrebbe essere costretto a subirle».
«Ma quali condizioni? La prima, naturalmente - si legge nell'editoriale – è che Berlusconi si faccia da parte. In Germania, il cancelliere uscente, Gerhard Schroeder, si è dimesso e Angela Merkel, Kanzlerin designata, ha condotto lei le trattative. La seconda è una intesa sul capo dello Stato. Il Ciampi bis se il presidente è d'accordo, altrimenti si cerchi una figura che, per la sua caratura istituzionale e le sue qualità, sia il grande unificatore del quale l'Italia ha bisogno. Terza condizione, è che Forza Italia sia disposta a fare alcuni passi indietro: per esempio sulla riforma costituzionale imposta a colpi di maggioranza semplice, o sulla legge elettorale. Si potrebbe aprire una trattativa per cambiare questo proporzionale spurio (con evidenti effetti boomerang) e andare a votare con una legge che consenta di esprimere chiare maggioranze e garantire la governabilità».
«C'è poi l'emergenza primaria, quella che ha ricordato la Confindustria: il risanamento dei conti pubblici e il rilancio dell'economia. Per far passare le misure necessarie (anche se non saranno lacrime e sangue) c'è bisogno di molto più che due voti di maggioranza in Senato. È opportuno, dunque - si legge nell'editoriale - discutere sui contenuti e verificare se si trova un accordo. Anche l'Unione deve essere disposta a fare concessioni, per esempio accantonando l'intenzione di affossare la legge Biagi, oppure sulle pensioni (il passaggio alla riforma nel 2008 è molto complicato, ci sarà necessario di rivedere alcune cose, tra le quali lo 'scalone’ e per questo occorre un consenso ampio)».
«Ultima condizione, ma certo non per importanza, è la legge sul conflitto d'interessi. Il centrosinistra - secondo Il Riformista - dovrebbe garantire che non ha intenti puntivi, in cambio Forza Italia dovrebbe essere disponibile a una disciplina rigorosa che non sia di pura facciata come quella attuale. Il 'modello Draghi’ con l'obbligo di collocare le partecipazioni che non si vogliono cedere in un blind trust, può essere il punto di incontro».
«Sono solo alcuni esempi per una base di una discussione. A nostro avviso si potrebbe anche concedere una camera (il Senato) al centrodestra. Ma ci rendiamo conto che Prodi ha già preso molti impegni con i suoi alleati. Un negoziato su queste basi, non necessariamente deve portare a un governo di grande coalizione, ma può creare le condizioni di governabilità e un clima di competizione e cooperazione in Parlamento. Finché, cambiata la legge elettorale, si torna alle urne. Prodi avrà realizzato così il capolavoro di chiudere la transizione e aprire una nuova fase democratica. Non governerà per cinque anni, forse. Ma quelli che farà - si conclude l'editoriale - varranno almeno il doppio».


comunque, per rispondere al riformista, la situazione della germania non è assolutamente paragonabile a quella dell'italia. berlusconi non è schröder, il clima politico è diverso, le premesse sono molto diverse. non basta prendere un modello, togliendolo dal proprio contesto, e pensare di replicarlo. neppure per un supposto realismo che dovrebbe condurre a un bene migliore per l'italia. questo non tanto per voler essere oltranzisti, ma per una semplice quanto seria analisi della situazione. se berlusconi sta facendo quello che sta facendo, è proprio per evitare che alcune o tutte quelle cinque condizione vengano poste in essere. sarà lui stesso a non accettare. pare che nessuno voglia capire: quest'uomo è una neoplasia, una cosa che non se ne vuole andare nemmeno con la chemio. non accetterà alcun compromesso che comporti una qualche sua resa, e neppure compromessi. accusa l'opposizione di essere massimalista, estremista, ma il vero estremista è lui e l'ha dimostrato in questi anni di pseudogoverno. volete rifare la bicamerale? volete vendere nuovamente il conflitto d'interessi in cambio di qualcosa? io credo che prodi rifiuterà, ma alla proposta del riformista ha già risposto silvito berluscolini con la rottura di ogni indugio. parla di brogli e di voler fare un decreto per permettere la nuova conta di tutti i voti. un'altra legge ad hoc, il cui intento dichiarato è di cambiare il risultato delle elezioni. siamo all'atto finale: più in là di questo c'è solo la dichiarazione di abolizione della costituzione.

non resta che tenere duro, sperando che casini in primis, e fini in secundis, siano lungimiranti abbastanza da non assecondare lo spirito della lotta a oltranza del pazzo di arcore. si liberino del nano, facciano opposizione seria in parlamento. se - come prevedono - prodi dovesse rivelarsi incapace di gestire la sua maggioranzina e si dovesse andare a nuove elezioni, probabilmente le vincerebbero. e senza l'ingombro di berlusconi.

l'altra possibilità, tragica a dire il vero, è che tutta la casa delle libertà su cauzione pensi che senza il pelato e la sua potenza di fuoco mediatica il destino possa solo essere negativo, leggasi perdere le elezioni una volta dopo l'altra. se le cose stanno così e finiscono con l'appoggiare nuovamente questo ultimo attacco alle istituzioni, si va alla guerra civile e non mi si dica che non è così. accettare che berlusconi faccia un decreto-legge per permettere una nuova conta dei voti mentre al tempo stesso dice che il risultato elettorale deve (deve!) cambiare, significa accettare che la democrazia sia nient'altro che un ostaggio.

il che mi rimanda a un'ultima considerazione, ancora sulla tremenda responsabilità della dirigenza della sinistra. per dodici anni avete denunciato il pericolo di un regime, e avete sbraitato che quel regime c'era già. tante volte, troppe volte. poi siete andati agli accordi sottobanco. bisognerebbe appendervi per le palle! ora, se davvero si dovesse arrivare alla presa in ostaggio della democrazia e delle istituzioni, chi vi crederà dopo che avete gridato al lupo al lupo per un decennio?

2 Comments


Per fortuna sembra che gli amici di Berlusconi non abbiano così intenzione di andargli dietro. Fini e Casini non si fanno sentire, Cesa ha detto che il risultato non cambierà dopo la verifica. Gasparri e La Russa hanno detto "ma lui è il presidente del Consiglio, saprà qualcosa più di noi", che è come dire non vogliamo dargli contro ma la responsabilità di quelle dichiarazioni è tutta sua. Solo la lega con Calderoli gli è andata dietro...

Speriamo bene, la tensione che vuole creare è veramente preoccupante...

Per quanto riguarda il decreto dovrebbe essere firmato da Ciampi, nonostante lo abbia trovato meno ferreo di quanto avrei voluto diverse volte penso che stavolta non la passerebbe.


Ciampi da quel che so ha già detto che non firmerà il decreto.
Non vorrei dire una boiata però.

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