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italia, avanti!

Posted by Max on 15:35
la germania ha una squadra nazionale debole, che ha progredito nel cammino di questo mondiale perché ha trovato di fronte una serie di squadre materasso. ha faticato non poco contro una polonia inesistente, ha sofferto e avrebbe probabilmente perso la partita contro l'argentina se l'arbitro avesse concesso il rigore grande come una casa all'84° minuto del secondo tempo.

seppure la repubblica ceca valeva più della polonia, è vero che ognuno fa i conti in casa propria. pur combattendo, abbiamo rifilato un 3:0 nei quarti all'ucraina. i tedeschi hanno a malapena portato a casa la pelle. adesso siamo alla resa dei conti. loro hanno già affrontato tempi supplementari, noi siamo più freschi. loro hanno preso quattro pappine a firenze. noi abbiamo una striscia di imbattibilità contro di loro, specialmente quando conta (semifinale '70 e finale '82). loro hanno il tifo e la pressione psicologica sugli arbitri. gli scontri fra noi e loro sono sempre stati tesi, ma mai cruenti. eppure l'aria è cambiata, e io personalmente temo il peggio.

questa nazionale tedesca, lo ripeto, è debole. ma nel frattempo sono entrati altri, nuovi fattori che con la manifestazione sportiva non hanno nulla a che vedere.

sembrerà strano, ma mai prima di queste settimane si sono viste tante bandiere tedesche applicate alle auto, issate su pennoni o esposte alle finestre. sembra un dato superficiale, ma superficiale non è. per 60 lunghi anni, mostrare la propria bandiera in germania equivaleva a dichiararsi nazionalisti, e per estensione, aderenti agli aspetti più deteriori del nazionalismo tedesco. insomma un tabù. per la prima volta dalla fine della guerra e del regime, la gente ha trovato un motivo e il coraggio per lasciarsi alle spalle questo aspetto della propria storia patria. e questo, a mio avviso, è un bene.

giovedì 29 giugno, però, un settimanale di tradizione moderata come der spiegel, nella sua versione online ospitava un articolo pesantemente offensivo nei confronti non solo della nazionale di calcio italiana, ma di tutti gli italiani in genere che sono stati apostrofati come - testualmente - "forme di vita parassitarie". sarà una coincidenza particolarmente spiacevole, ma già 70 anni fa altra razza venne definita con parole quali vermi, scarafaggi, parassiti.

non ho la benché minima intenzione, con questo riferimento, di sottindendere un ritorno a quella mentalità, per carità di dio. però è pur vero che da due giorni a questa parte, coincidenti con l'apertura del caso frings e la chiusura dello stesso da parte della fifa, la bild zeitung ha scatenato i più bassi istinti del popolino e purtroppo non solo del popolino. per la bild, saremmo stati noi italiani a denunciare frings alla fifa, noi a premere per una squalifica, noi a fornire le immagini. noi inteso come federazione italiana, ma per estensione ogni singolo italiano. il motivo della nostra congiura: la paura di perdere.

ora, la bild zeitung viene spesso citata in italia perché in germania ne vengono vendute circa mezzo milione di copie al giorno. questo starebbe a indicare l'elevato interesse dei tedeschi per le notizie, per l'informazione. ma sarebbe bene - anche per le nostre statistiche e sensi di inferiorità - che si andasse anche a vedere cosa è la bild zeitung. un pseudo-giornale scandalistico alla stregua del bignami di novella 3000, di quattro pagine, la prima delle quali contiene di solito solo un paio di titoli a caratteri cubitali. e questa sarebbe la pietra di paragone? questo sarebbe l'indice dell'interesse tedesco per l'informazione? ma perfino chi legge il foglio o la padania riceve informazioni più corrette del lettore della bild!

per qualsiasi persona dotata di intelligenza, le accuse che ci hanno mosso bild e spiegel sono ridicole e, semmai, la riprova della consapevolezza di essere più deboli. per qualsiasi persona normale basta andare a leggere l'articolo che la süddeutsche zeitung (cioè un vero giornale) pubblica oggi per scoprire che sono balle, che l'italia non ha fatto alcuna pressione. ma a chi interessa oggi essere obiettivi?

perdere questa partita per i tedeschi significa non tanto e non solo perdere una coppa che ogni nazione ospitante desidera poter conquistare, ma significa dover riporre le bandiere senza la vittoria finale (oddio queste due parole!!!). significa farsi battere non da giocatori avversari di livello almeno paritetico, ma da una federazione sconvolta dagli scandali, moralmente deprecabile e chi più ne ha più ne metta. significa aver sollevato l'orgoglio nazionale e ritrovarselo frustrato, e frustrato dall'italietta per giunta.

ecco allora che questa partita i tedeschi, nel loro immaginario collettivo, la DEVONO vincere. anche la prossima ma soprattutto questa. che in ogni caso è la "vera" finale morale di questo torneo. e allora non basta la pressione psicologica sull'arbitro dovuta al fattore campo, che abbiamo giá visto in germania-argentina. non basta il dodicesimo uomo rappresentato dal tifo sulle tribune. bisogna attaccare l'avversario sul piano etico, morale, accusandolo e quasi disumanizzandolo come si fa nelle guerre con la propaganda.

ho sentito gente dire che non meritavamo la semifinale perché il rigore contro l'australia non c'era. negare il valore della nostra squadra (che pure a tratti non ha brillato) è strumentale per sentirsi intimamente più forti. ho sentito gente altrimenti piuttosto equilibrata sbraitare che andiamo fischiati dall'inizio alla fine. frings è stato squalificato e invece di accettare la punizione ci si scagliano addosso. avessimo fatto lo stesso quando totti venne cacciato dagli europei del portogallo per aver sputato al danese poulsen... eppure anche le circostanze erano simili: condanna inflitta sulla base di riprese televisive, con la differenza (non marginale) che in portogallo furono i danesi stessi a portare le immagini alla uefa, mentre qui le immagini la fifa le ha prese dalla zdf che a suo volta le aveva richieste di propria iniziativa a sky. due pesi e due misure. loro si giustificano con lo spirito nazionale, noi neppure ci opponemmo al giudizio uefa. la dice lunga su chi sia effettivamente corretto e chi sia, invece, censurabile. comunque non è più il clima di festa che si poteva e doveva desiderare, contribuire a realizzare. la scritta sulle magliette, a time to make friends, è diventato niente di più e niente di meno che un motto vuoto riempito di furore fanatico.

questa sera, specialmente se vinceremo noi, una birra e una parola di troppo, uno sfottò, qualsiasi stronzata potrà dare inizio alla violenza. lo dico perché anche io, che non sono poi così fanatico del calcio, avrei voglia di vomitare addosso a una serie di personaggi che mi hanno e ci hanno attaccato in maniera inqualificabile, offensiva, gratuita. avrei voglia di picchiarli per la loro idiozia e arroganza, la pericolosità insita nell'estremizzazione delle umane passioni. non ho voglia di stare a sentire, dopo, sempre dopo, come è potuto succedere, perché, quali responsabilità della stampa, quali dei commentatori, i soliti scaricabarile e una festa rovinata. spero di non essere una cassandra, ma intanto stasera me ne starò a vedere la partita in casa.

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