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Anche Paolo era un illuso

Posted by Max on 18:27
Paolo Borsellino moriva il 19 luglio 1992. Due giorni prima, racconta la moglie, diceva: "Io non vedrò i risultati del mio lavoro, li vedrete voi dopo la mia morte, perché la gente si ribellerà, si ribelleranno le coscienze degli uomini di buona volontà".
Ribellarsi a cosa? Alla mafia? Per ribellarsi alla mafia bisogna ribellarsi agli apparati dello Stato, che ne sono intrisi. Significa la rivoluzione. E da quando in Italia si fanno le rivoluzioni?
Perfino la marcia su Roma non era che una marcetta di quattro straccioni che sarebbero stati facilmente dispersi se quel coglione delinquente del re pipetta avesse fatto schierare un paio di mitragliatrici.
L'Italia non è paese da rivoluzione. Le rivoluzioni italiane si fanno con le pugnalate alle spalle, il silenzio rancoroso e l'improvviso cambio di bandiera. Tutti vincono perché nessuno perde. Tutti amici del potente di turno, e quello che va in disgrazia scompare. A Piazzale Loreto, o a Hammameth, o a Santo Domingo a seconda delle stagioni.
Gli illusi come Falcone e Borsellino ci rimettono la pelle.

La sera in cui arrivò la notizia dell'attentato ero in pizzeria con una masnada di gentucola, dopo una giornata passata in spiaggia. Io ero ammutolito, gli altri come se niente fosse. "Un regolamento di conti al sud", dicevano, "tanto laggiù sono tutti mafiosi". Orrendo. Non sono mai più uscito con quella gente, ed è facile immaginarli impegnati a far soldi, votare Lega e sputare sugli immigrati che magari fanno lavorare a prezzi da schiavi.

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