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Panebianco... a fette

Posted by Max on 13:19
Incoccio nell'articolo di Panebianco sul Corriere online di oggi, intitolato "La vera sorpresa", che riguarda analisi su e proposte per Veltroni.

Ecco dove sbaglia Panebianco. Lui, come tanti altri in Italia, è convinto che nel centrosinistra si debba necessariamente andare a un regolamento di conti, che l'area di sinistra vada prima sconfitta in una battaglia interna per poi aggregarla regolarmente al momento del voto. Ma questo significa fare i conti senza l'oste.

In Italia (e anche all'estero, ma pur sempre con diritto di voto) esiste un congruo numero di persone che non accetta di farsi piegare ai soli fini elettorali, per poi vedere regolarmente negate le proprie ragioni al momento delle decisioni di governo. Questo è quello che ha fatto Prodi e non c'è dubbio sul fatto che il centrosinistra le prossime elezioni le perderà. Mi accorgo, parlando con tanti amici di sinistra, che non sono l'unico ad aver deciso che è ora di finirla col farsi strumentalizzare, e che alle prossime elezioni assumerà un atteggiamento punitivo non andando a votare.

La sinistra (senza aggettivi propagandistici tipo "massimalista" o "radicale", che fanno solo ridere), di cui io faccio orgogliosamente parte, ha abbastanza peso elettorale per affondare qualsiasi coalizione intenda utilizzarla per andare al governo per poi piegarsi esclusivamente alle "esigenze" della Confindustria, di Ratzinger, degli americani e, in generale, dell'autoconservazione della "classe dirigente".

Il sistema bipolare era nato con l'intento di creare, appunto, due poli: uno di tipo socialdemocratico e uno a valenza liberista. Da allora abbiamo assistito a uno spettacolo in cui il centrodestra pende drammaticamente a destra, mentre il centrosinistra viene trascinato per la collottola verso posizioni sempre più centriste. Tra l'altro con risultati meno che apprezzabili. Una destra che sostiene vecchi e nuovi furbetti, capitalisti finanziati dallo Stato (ma non si chiamava comunismo, una volta?), e un centrosinistra che sogna di diventare la nuova Dc. Ma la realtà è che l'Italia era e rimane il Paese che aveva il più forte partito comunista d'Occidente, e se alcuni si sono persi o annacquati per strada, esiste ancora - grazie al cielo - un numero non trascurabile di persone che non si sono svendute, o che più semplicemente continuano a ritenere - portafogli alla mano - che questa deriva centrista non abbia portato loro alcun beneficio.

È quanto accade anche in Germania con la formazione del Linke. Di fronte a questa "nuova" entità politica che raccoglie gli ex-comunisti dell'Est e i critici della svolta liberista della Sdp, a quest'ultima non rimane che un bivio: o la Große Koalition con la Cdu-Csu (ma quanto potrà durare?) oppure tornare a "dire e fare qualcosa di sinistra" alleandosi con Verdi e Linke. Altrimenti tanto Linke quanto Spd saranno condannati a rimanere per sempre all'opposizione.

Se la sinistra in Italia avesse le palle per seguire l'esempio tracciato dai Linke tedeschi... Peccato che nel panorama italiano non si veda emergere una figura dello spessore di Oskar Lafontaine, ma solo politicucoli abili esclusivamente a traccheggiare.

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