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revisionismi

Posted by Max on 16:18
ero in seconda media quando la mia insegnante di matematica sostenne, di fronte a noi ragazzini di undici o dodici anni, che i partigiani che condussero l'attacco di via rasella a roma altro non erano se non vigliacchi e assassini. vediamo un po': vigliacchi perché piazzarono una bomba, con una tecnica di guerriglia oggi ben nota, che non li esponeva direttamente faccia a faccia col nemico. assassini... non ho mai capito esattamente se li considerasse assassini perché avevano ucciso "inermi" soldati tedeschi o perché li ritenesse moralmente responsabili della rappresaglia dei nazisti.

per chi non ricordasse gli eventi, durante la seconda guerra mondiale, dopo che nei territori occupati dai tedeschi cominciarono gli atti di sabotaggio da parte della resistenza, hitler emanò direttive di rappresaglia secondo le quali per ogni soldato tedesco ucciso dovevano venire uccise dieci persone. lo zelo dei militari tedeschi non badava per il sottile, e ritenendo che la resistenza trovasse appoggio fra la popolazione civile, gli atti di rappresaglia portarono a barbari eccidi di civili in molte parti d'europa. la rappresaglia all'attacco di via rasella portò dritto alla strage delle fosse ardeatine.

tornando alla mia vecchia insegnante di matematica, seconda media per me significa 1977. stante che l'anno successivo quell'insegnante andò in pensione, si può supporre che quell'insegnante avesse nel '77 un'età compresa fra i 55 e i 60 anni. ovverosia nata fra il 1917 e il 1922. se quella donna fosse fascista per convinzione, o se fosse semplicemente vittima di un ventennio di educazione dittatoriale io non saprei dire. certo che la domanda è semplice: che si doveva fare? affrontare i tedeschi a viso aperto significava suicidarsi. bisognava piegarsi alla violenza delle leggi di rappresaglia e obbedire all'invasore? una posizione di apparente buonsenso teso a salvaguardare possibili vittime innocenti dalla furia vendicativa dei tedeschi o forse l'opinione di quella donna intendeva maliziosamente instillare il dubbio e il disprezzo per chi aveva combattuto per la libertà dai nazi-fascisti? non c'è dubbio infatti sul fatto che la responsabilità dell'uccisione di innocenti stia dalla parte di chi diede gli ordini e di chi tirò il grilletto.

tutto questo preambolo per arrivare al concetto chiave: la storia come sequenza di eventi è già il prodotto di una manipolazione umana. nei libri di storia si cita questo e si tralascia quello, e questa è già un'operazione politica. l'interpretazione di quanto esperito nel passato e fissato nei libri di storia è materia estremamente manipolabile, basti osservare come il giudizio riguardo a questo o a quell'evento assuma un accento o una fisionomia completamente diversa a seconda del periodo storico.

se, poi, esistono argomenti particolarmente scottanti e attuali di valore storico, e soprattutto in concomitanza con prossime elezioni, ecco che il fuoco e le fiamme della polemica divampano alte. fra sei mesi o sei anni tutto avrà una connotazione diversa.

si può esportare la democrazia sulla punta delle baionette? o non è piuttosto una conquista che comporta elaborazione e lotta all'interno di uno stato, di una civiltà? la cosiddetta democrazia occidentale è il frutto di un processo che parte dalla grecia antica, passa per l'impero romano, il rinascimento, l'illuminismo, la rivoluzione francese e napoleone, la rivoluzione industriale, la nascita del socialismo, le lotte operaie. grosso modo tremila anni di storia. esiste un corrispettivo per il mondo islamico che giustifichi la presenza dello stesso tipo di democrazia?

pare che sia un delitto esprimere opinioni: gli americani hanno invaso un paese terzo, l'iraq. la propaganda vuole che lo scopo dell'invasione fosse la destituzione di un tiranno molto insanguinato. ma basterebbe citare il fatto assodato che quello stesso tiranno è stato per anni foraggiato e armato dall'occidente per mettere a nudo la balla ipocrita. che non è l'unica, naturalmente. false le presunte connessioni dell'iraq con al qaeda, falsa la presenza di armi di sterminio di massa. falsa e inconsistente la promessa di esportare la democrazia (dov'è la democrazia nelle dittature saudita e pakistana, per esempio? per non parlare dei diritti delle donne). vera, invece, la presenza del petrolio, la necessità del quale - per stessa ammissione dell'attuale presidente degli stati uniti - rende gli usa dipendenti come un drogato dall'eroina. vero che l'iraq aveva convertito le riserve monetarie da dollaro a euro e che questo rappresenta una minaccia enorme per l'economia americana. vero che l'invasione dell'iraq è stata pianificata a tavolino e attendeva un casus belli il quale, non arrivando, è stato inventato di sana pianta, anche in modo piuttosto raffazzonato e dilettantesco. vero che pur di occupare l'iraq l'amministrazione americana non ha esitato a calpestare il diritto internazionale e l'onu. per tacere del fatto che il regime di saddam era un regime laico, mentre ora quel paese è terra di conquista per quello stesso fanatismo religioso che nei presupposti si vuole sconfiggere con l'insensata "guerra al terrore". si può obiettare che essere uccisi dal laico saddam o da un fanatico religioso poco cambia, ma per lo stesso motivo poco o nulla cambia fra il venire uccisi da un dittatore politico come saddam, da un fanatico religioso come al zarqawi, ma anche da un presunto presidente democratico come bush. la morte è sempre morte, e non mi pare che il fosforo bianco dei marines sia meno letale del gas della guardia repubblicana.

alla luce delle citate e incontrovertibili verità e falsità, gli stati uniti sono a tutti gli effetti un paese invasore in una guerra di aggressione. chi li combatte sul territorio iracheno, pertanto, non è definibile come terrorista bensì come guerrigliero in una guerra di liberazione. poi si può discutere sul metodo, ma non sulle responsabilitá che sono nette e ben delineate.

il governo berlusconi, pur contro l'opinione di una forte maggioranza della popolazione, ha deciso di spedire militari italiani in supporto all'invasione dell'iraq da parte degli stati uniti. se i militari italiani sono stati esposti agli attacchi dei partigiani iracheni, la responsabilità è di chi ha scatenato quella guerra ingiusta e di chi ha deciso di parteciparvi per puro tornaconto economico (i contratti petroliferi) e politico (la ruffianeria con il presidente americano).

nascondere la verità, impedire che i fatti vengano detti e le responsabilità accollate a chi di pertinenza, e - anzi - additare come terroristi coloro i quali combattono per liberare il proprio paese o altro non fanno che esporre dati assodati e - ripeto - incontrovertibili, è un'operazione degna di quei fascisti che desideravano e ancora oggi desiderano far passare i partigiani di via rasella per dei vigliacchi assassini. significa rovesciare la responsabilità politica e storica degli eventi.

personalmente non mi stupisce che in questa operazione siano impegnati ex o neofascisti, berlusconi o fini, la mussolini o rauti, perfino casini e quegl'imbecilli di rutelli, veltroni e d'alema. da bertinotti, invece, mi aspettavo qualcosa di diverso. almeno la difesa - anche in periodo di campagna elettorale! - del diritto di pensare liberamente. invece... fini accusa ferrando di essere un criminale, bertinotti ritira la candidatura di ferrando. forse la voglia di una poltrona?

compagno bertinotti, attento a non stare troppo dalla parte della verità e di non dispiacere troppo alla destra. potrebbe anche finire che non diventi presidente della camera dei deputati.

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