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Paraculi genetici

Posted by Max on 11:22
Faccio difficoltà a scrivere ancora riguardo alla politica italiana. In realtà faccio fatica a interessarmi ancora all'Italia.
I risultati delle ultime (in senso temporale, ma potrebbe diventare anche un assoluto) elezioni hanno tragicamente risolto quello che era il mio dubbio da molti anni, ovvero se è la classe politica responsabile dell'imbarbarimento della società, oppure se ne sia semplicemente lo specchio. I risultati, secondo me, confermano la seconda ipotesi. Abbiamo ciò che - in larga maggioranza - ci meritiamo e ci costruiamo.

Quelle che ieri erano semplici provocazioni sono oggi una triste realtà. Non siamo il Paese degli "italiani brava gente". Siamo paraculi, niente di più e niente di meno. Un po' babbei e un po' figli di puttana, pronti a vendere la mamma ai nani da circo - e in questa circostanza il riferimento al bandito che presiede il governo è puramente casuale anche se perfetto.

Tutti (o meglio i pochi con un minimo di coglioni), Marco Travaglio in testa, stanno avvertendo dei rischi che la legge sulle "intercettazioni" porta con sé. Nessuno, però, ha ancora individuato l'effetto collaterale. Così come la leggenda vuole che con Mussolini ci fossero meno reati (meno assassini, meno furti ecc.), con la legge sopra citata Berlusconi fra un paio d'anni dirà agli italiani che il Paese è diventato più civile. Niente scandali, niente continui litigi, meno reati. Come nel ventennio. Non perché effettivamente le cose stiano come vengono descritte dal regime, ma perché non si potrà dire né venire a sapere di tante cose. Ma questa non è neppure la parte peggiore.

Quel che è peggio è che tutto questo, come già visto settant'anni fa, andrà benissimo a tanti, forse ai più, fino a quando l'imbarbarimento, l'impoverimento finanziario oltre a quello morale che già c'è, non arriverà al punto di rottura. In quel momento, con le rivolte in strada e i profittatori di regime in fuga, della maggioranza che fino al giorno prima applaudiva non si troveranno che scampoli. Sembrerà che nessuno mai sia stato italoforzuto, nazionalalleato e legaiolo. Tutti diranno che furono costretti dalle circostanze, dalle pressioni del sistema, che non sapevano, non immaginavano, che altrimenti perdevano il posto e altre baggianate del genere. Pronti a saltare su un nuovo carro.

Mai nulla di più vero fu scritto: chi non impara dalla propria storia è condannato a vederla ripetersi. E noi ormai ci siamo, pronti per un altro ventennio. Dev'essere genetico.

P.S. Ho difficoltà a scegliere un'immagine da associare al titolo. Troppi papabili. Accetto suggerimenti.

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Rata-Two-ille

Posted by Max on 15:54 in
Uè, topino, buongiorno.

Sì, so cos'era DP e la votai pure, a suo tempo.
La tua posizione mi sembra molto minimalista. Sei fermo a una desistenza che ha già dimostrato ampiamente di non saper dare una risposta ai problemi.

Certo, Beppe fa politica. Mai sostenuto il contrario. Tutto è politica, ricordi? Quello che sostengo io è che Beppe non cerca il potere personale. Fra fare politica e candidarsi per il potere c'è una bella differenza. Santi, madonnette, guru... Mah, io vedo una persona che contatta esperti di svariati settori che suggeriscono risposte sensate, scientifiche, attuabili. Risposte a problemi cui la attuale sedicente dirigenza del Paese non sa (o non vuole) porre rimedio. Io vedo una persona che chiama gente all'impegno in prima persona. E vedo gente che risponde, che va a ascoltare ciò che viene detto nei consigli comunali, che cerca di interloquire, che invita specialisti a parlare, che spende soldi di tasca propria per sensibilizzare, stampare manifesti e volantini. Questo sarebbe il peggio della politica?

Allora il meglio della politica erano le canne sugli scalini dell'università, i tondini di ferro scagliati con le fionde, le spranghe e le P38? O forse il meglio della politica è Violante che in aula rimprovera l'ingratitudine di Berlusconi al quale "prima delle elezioni vennero fornite garanzie che le sue televisioni non sarebbero state toccate"? O D'Alema che dichiara che non si può fare a meno del sistema delle scatole cinesi, con buona pace di chi l'ha preso nel culo con Cirio, Parmalat e quel che ancora seguirà (Telecom?). Oppure la Bonino che viene a dirci che l'applicazione della sentenza della Corte di Strasburgo (quella che manda Fede sul satellite e restituisce a Europa7 le frequenze usurpate, per capirci) non aveva carattere di urgenza? Pagheremo 300mila euro al giorno di multa, ma non ha carattere d'urgenza. O magari Casini che ringrazia il Vaticano per l'opera di supplenza nei confronti della politica? Come dire, "grazie, papa, che ti dai da fare al posto mio anche se io per questo vengo pagato" (beh, col concordato paghiamo noi anche il papa, quindi tutto ha una sua logica... ma pork!). È questa la miglior politica?

No, votare Bertinotti non mi basta più. Non mi è più sufficiente per sottolineare che così non va, che voglio risposte sensate ai problemi, che voglio maggiore equità, che in galera voglio vedere i figli di puttana veri (Geronzi, per nominarne uno) e non chi si fa una canna. Che un dottore che si rifiuta di prescrivere la pillola del giorno dopo va incriminato e rimosso dal pubblico ufficio. Non mi basta più turarmi il naso e votare "il male minore". Anche Montanelli aveva torto quando diceva che il migliore vaccino anti-Berlusconi per gli italiani è avere Berlusconi presidente del consiglio per un po'.

Insomma, così come mi pareva una cazzata dire che eravamo noi italiani all'estero ad aver fatto vincere Prodi, mi sembra una cazzata mettere le mani avanti e incolpare gli astenuti se Veltroni perderà. La verità è che bisogna cambiare registro, questi politici non lo vogliono capire, e dunque QUALSIASI mezzo va bene. Astensione, Grillo, una esondazione del Tevere, un finto attacco di Al Qaeda come quello dell 11 settembre... purché si cambi registro!

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per Ratatouille

Posted by Max on 15:18
Ciao Ratatouille.

Innanzitutto Grillo non ha alcuna ambizione di potere personale, pertanto associarlo con Peron mi pare fuorviante o in malafede. Forse si tratta solo di una lezione di storia mal digerita. Beppe non è uno che ha fatto nascere un movimento, politico o antipolitico. È vero semmai che amplifica quello che tanta gente, con o senza di lui, pensa e dice da tempo, diventandone una bandiera. Differenza sostanziale. Peraltro una bandiera che - permettimi - fa i compiti a casa, ovvero che dice cose vere, propone alternative concrete, consulta personaggi che sanno quel che dicono (ti consiglio di vederti le interviste contenute nel secondo dvd di Reset) e organizza eventi! Per questo è scomodo e inviso ai partiti: sputtana a gran voce chi ha fatto male, dicendo come si potrebbe far meglio. Intollerabile, per una classe sedicente dirigente come quella che abbiamo in Parlamento. Peggio che intollerabile: rivoluzionario!

Se ne accorge la stampa straniera, ma tanti in Italia assumono una posizione di rifiuto ideologico. I politici e i direttori dei tg dicono che Grillo rappresenta l'antipolitica, e quindi così dev'essere. Madonna, ma con tutto il credito che date ai politici e ai loro lacchè dei (tele)giornali, sembrerebbe che fino ad ora abbiano portato l'Italia sulle vette d'Europa se non del mondo. Invece sono gli stessi cazzoni che hanno messo e continuano a mettere in merda l'Italia. Ma per te l'antipolitica si chiama Grillo. Una logica di ferro.

Tu poi associ chi si asterrà alle prossime elezioni ai parlamentari che si ritirarono sull'Aventino. A parte il fatto che il parallelo è sbagliato, ma è una tiritera che va avanti da tempo e si tratta di una stupidaggine immensa che non ti posso lasciar dire impunemente. La regola è: a ciascuno le responsabilità di propria competenza. Chi doveva fermare le camicie nere non erano i parlamentari, era l'esercito. Chi stava a capo dell'esercito, ovvero il re d'Italia, aveva la responsabilità di ordinare di respingere i quattro straccioni male armati partiti da Napoli. Fu avvertito mentre si trovava nella tenuta di San Rossore da un (mi pare) questore che gli chiese se doveva far stendere il filo spinato e piazzare qualche mitragliatrice sui punti di accesso della città. Il re negò l'autorizzazione. Pertanto l'associazione che stabilisci tu è formalmente, storicamente e anche politicamente sbagliata. Tanto quanto sostenere, ad esempio, che la responsabilità dell'eccidio delle Fosse Ardeatine sia dei partigiani e non dei nazifascisti.

Insomma, nessuno ha detto di voler star fuori dal gioco. Non voleva star fuori dal gioco chi andò sull'Aventino, non vuole star fuori dal gioco chi non voterà alle prossime elezioni. Capiamoci: non è mica che Veltroni o Berlusconi abbiano il monopolio dell'elaborazione di idee, progetti e speranze. Come dicevo: rigettare la complicità con questa classe politica e al contempo darsi da fare per farne crescere una diversa. Non vedo nulla di buttato lì per caso, non vedo rigurgiti antipolitici. Al contrario vedo un moto politico ben preciso, con delle mete molto chiare. Non mi stupisco che i politici si caghino sotto di fronte a questo. Mi stupisco piuttosto che ci siano tanti tossicodipendenti assuefatti alla politica dei Veltrusconi che ancora non hanno capito quanto vengono presi per il culo. O forse l'hanno capito ma a loro sta bene così, magari perché ci raccattano qualcosa?

Pensi che andando a votare potrai cambiare qualcosa di importante? Non lo pensavi anche prima del secondo governo Prodi? Non lo pensavi anche prima del primo governo Prodi? Magari lo pensavi quando D'Alema è diventato presidente del consiglio. Ma eccoci qua, sempre qua e sempre peggio.

Tu preferisci investire in quello che per me rappresenta solo l'ennesimo bla-bla, io preferisco concentrarmi su un'alternativa per il futuro. Ti rispetto anche se credo che sbagli. Per ora sarei onorato se tu riuscissi a fare altrettanto. Concretamente, ad esempio, smettendo di dire cose insensate tipo "chi non vota non può poi lamentarsi" (falso, l'astensione è una scelta, è un diritto che non lede in alcun modo l'altro diritto, ovvero quello di espressione), o la doppia scemenza "grillismo = antipolitica" (falso, non esiste un "grillismo", e se esistesse non rappresenterebbe l'antipolitica perché non chiama al disinteresse ma alla lotta informata).

Ciao.

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Tempus fugit

Posted by Max on 10:29
Ho ricevuto di nuovo posta dal Popolo della libertà vigilata. Ne ho ricevuta dalla Sinistra arcobaleno e naturalmente anche dal Partito democratico (hah!).
Non ho il tempo materiale di rispondere a tutti come ho fatto per Pdl e Idv, ma ecco qui sotto cosa ho scritto in risposta a un amico che mi ha esternato la sua intenzione di voto.


Ciao Marco.
Ti ringrazio per il tuo contributo, che peraltro mi era già noto dagli scambi di opinioni che avevamo avuto. Fa piacere vedere che anche tu hai ritrovato un po' di passione politica.

Come sai, non raccoglierò il tuo invito, optando per una scelta che mi pare rappresenti l'unica vera speranza e - in quanto tale - proiettata nel futuro.
Ritengo che il Paese sia bloccato da uno stuolo di interessi privati a scapito del bene comune. Si notano in tutta la loro magnitudine nel caso di Berlusconi, ma l'espressione più velenifera si trova in quello stuolo di politicucoli di basso cabotaggio, lacchè, portaborse, insomma nel sottobosco che impedirebbe anche al più benintenzionato di riuscire a cambiare qualcosa nel sistema-paese.

Ritengo che l'unica speranza sia un investimento nel ricambio (e in molti casi nella semplice scomparsa) di questo sottobosco. Una volta fatto questo, la caduta e la sostituzione delle teste "grosse" non può che seguire a ruota e in modo naturale e non-violento. Questo il principio. Come arrivarci?

Io tornerò a votare solo laddove mi sia possibile farlo per una lista collegata e riferita al blog di Beppe Grillo, alla faccia di tutti coloro che - per difetto di comprensione, per posizione ideologica, per disinformazione o per puro interesse personale - si ostinano a dire che questa è l'antipolitica (nossignore, l'antipolitica la fa chi non riesce a fare una politica seria, stabile, coerente, produttiva, ovvero la ATTUALE classe presunta dirigente). Di solito sono gli stessi (purtroppo te incluso) che si ostinano a definire la sinistra "radicale", cosa che non è corretta in primis in quanto non esiste una sinistra "moderata" - il PD è tutto tranne che un partito di sinistra - e in secundis perché la definizione di "radicale" presuppone che non ci sia volontà o capacità di mediazione, nonché attribuzione di mete estreme a un programma politico. Ora, sembrando a me che - ad esempio - la tassazione delle rendite finanziarie sia tutto al di fuori che radicale, mentre lo è (in senso più che negativo) la pretesa di difendere posizioni di rendita improduttiva a scapito di salari e investimenti produttivi, rigetto le definizioni ideologiche riguardo alla sinistra, rigetto quelle in malafede riguardo a Beppe Grillo, e mi appresto a lasciare le schede sul mio tavolo a ricordo delle elezioni più inutili e anticostituzionali che la storia-patria ricordi, in attesa che una VERA alternativa bagni le sponde di future elezioni locali.

E naturalmente invito tutti a fare altrettanto. Presentarsi, farsi consegnare le schede, poi imporre al presidente del seggio di registrare le motivazioni per cui si restituiscono le schede non votate, la più importante delle quali è naturalmente il fatto che la legge elettorale è palesemente anticostituzionale.

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Anonimo

Posted by Max on 13:16
Caro Anonimo, innanzitutto se ti firmassi sarebbe carino. Ma venendo alla tua domanda: come ho fatto a votare Di Pietro? Semplice. Number one perché non aveva inquisiti nelle liste. Number two perché è ora di finirla con l'irrisione della giustizia e gli scherzi sul partito delle manette. Chi sbaglia, paga. Chi infrange la legge deve subirne le conseguenze. Solo così in Italia potrà venire instillata, un po' per volta, la cultura della legalità, la mancanza della quale è alla base delle grandi e piccole sopraffazioni che rendono il nostro Paese l'impero dei furbi e dei malfattori (concetti che nella stragrande maggioranza dei casi coincidono alla perfezione).
Scusa, tu per chi hai votato?

Ciao :)

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Tocca ad Antonio

Posted by Max on 15:46
Ricevo oggi da Italia dei Valori, e rispondo a spron battuto.


Ciao Antonio.

Vivo in Germania e alle scorse elezioni ho votato per il tuo partito.
Nella profonda delusione per la prova offerta dal governo Prodi in questi due anni, forse l'Italia dei Valori è stata tra i meno deludenti. Ti devo dare atto del fatto che hai saputo gridare ad alta voce contro certe cose, pur senza spingerti ad affondare il governo. So che dev'esserti costato, in alcuni momenti.
So che sostieni importanti battaglie promosse da Beppe Grillo, e anche questo rappresenta un merito non da poco.
Non capisco, però, la scelta di apparentamento con il Partito Democratico. Non riesco a capire se l'intenzione sia quella di andare a fare la sentinella, il cane da guardia, il guastatore, o che altro. Sono però rimasto molto perplesso da quanto accaduto recentemente in occasione delle tue - condivisibili - dichiarazioni riguardo alle frequenze televisive.
È evidente (e provato anche dalle parole di Violante proposte anche recentemente da Beppe riprendendo un video apparso su YouTube) che esiste un accordo tra i diessini e Berlusconi, accordo illegale e fonte di illegalità oltre che di una scurissima ipoteca sul sistema democratico del Paese. Eppure Veltroni non prevede un cambio di direzione, e l'Italia dei Valori si apparenta col PD.

Nel pieghevole che mi hai fatto recapitare leggo delle Priorità dell'IdV:
- riduzione dei costi della politica...
- sicurezza per i cittadini...
- riduzione delle tasse e sostegno ai redditi e al lavoro...
- attenzione all'ambiente e ai servizi sociali.

Mi sembrano questioni importanti e condivisibili, ma a mio avviso le priorità sono altre, o vanno espresse più chiaramente.

- Legalità e certezza della pena. Bisogna tornare (o andare per la prima volta, forse) verso la cultura delle regole armoniche e del rispetto per esse. Laddove le regole confliggono, diventa difficile rispettarle e diventa poi impossibile perseguire chi le infrange. Ma una volta che esistono regole, chi le infrange va punito. Senza questa certezza, la società non è più tale, bensì diviene il far-west, la giungla, dove il più scaltro e il più forte vincono sui più deboli. Questa, da troppi anni, è la fotografia del Paese e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

- Abbandono dei cosiddetti modelli di sviluppo legati al liberismo selvaggio che hanno allargato la forbice tra ricchi e poveri e anche quella tra ricchi e benestanti. Basta col "capitalismo" delle scatole cinesi e dei furbetti che comprano colossi a debito per poi caricare i prezzi offrendo meno servizi e precarizzando il lavoro. Lo Stato torni ad avere un ruolo di controllo e supervisione nei meccanismi che regolano la redistribuzione del reddito in modo da proteggere soprattutto gli ultimi ed evitare catastrofi come Cirio e Parmalat (e Telecom prossimamente su questi schermi).

- La difesa degli accordi col Vaticano, il che significa opporsi al continuo sconfinamento e invasione di quest'ultimo del campo della politica italiana.

Mi rendo conto che parlare di queste priorità in questi termini possa far gridare "al comunista" da chi ha tutto l'interesse (personale o dei propri protettori) a continuare a speculare. Ma l'opposizione a queste priorità non arriva più "solo" dalla destra di Berlusconi e Fini. Ora arriva esplicitamente anche dal PD, desideroso di mangiare negli stessi salotti con banchieri e bucanieri. Che ci fai tu con loro? Dicono che Grillo rappresenti l'antipolitica. Espressione intrinsecamente molto negativa. Per me l'antipolitica è quella farsa che non produce risultati utili, ovvero gran parte di quel che la classe politica ha combinato da un bel pezzo a questa parte. Sono loro l'antipolitica, non Grillo. Quindi, di nuovo, ti chiedo di spiegarmi: cosa ci fai, tu, insieme a quei mentecatti del PD?

In questo quadro, le battaglie (ad esempio) sul tesoretto sembrano i litigi per l'ultimo goccio d'acqua potabile conteso mentre la nave sta affondando. È indispensabile dare risposte, magari parziali, che diano sollievo immediato in una situazione sotto pressione, ma se non esiste un quadro di riferimento più alto che faccia cambiare rapidamente direzione alla nave, lo scontro con l'iceberg sarà inevitabile con tutte le conseguenze del caso.

Ultimo, ma non da ultimo, sta il fatto che queste elezioni (come del resto le ultime scorse) sono organizzate in base a un metodo che è chiaramente anticostituzionale. Si potrà obiettare che anche con le leggi elettorali precedenti alla fine della fiera il pallino lo giocavano i partiti e non gli elettori, ma non è la stessa cosa e tu, con il tuo retroterra professionale dovresti ben saperlo.

Per tutti questi motivi ti annuncio che alle prossime elezioni non voterò, seguendo il principio per cui le prese per i fondelli hanno raggiunto il punto in cui non desidero più diventare complice di questo sistema, votando sulla base di specchietti per le allodole, speranze poi regolarmente tradite, programmi non rispettati. Sono stanco di dover andare a votare turandomi il naso, di scegliere il "meno peggio", di non sentire e vedere impegni strategici ma solo per l'orizzonte minimalista di tenere la barca appena un filo sopra il livello dell'acqua. Non voglio più premiare chi mi offre il miraggio più colorato. Tornerò a votare solo quando vedrò risultati che mi spingeranno a premiare un candidato, un partito, una coalizione.

Un saluto cordiale e, per cortesia, non inserirmi in alcuna mailing list di propaganda. L'informazione me la cerco da solo. Grazie.

Massimo Oriano

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Posta da e per il Popolo della Libertà vigilata

Posted by Max on 13:09
Oggi ho ricevuto la lettera elettorale di prammatica, quella del Pdl.
Intanto (vedi sotto) rispondo a questa, anche via fax direttamente agli estensori, e poi farò altrettanto quando arriverà quella del Pd. erché arriverà, di tanto sono sicuro. Buon divertimento.

Signor Berlusconi,

sono un italiano residente in Germania da 10 anni e ho ricevuto oggi
una lettera a Suo nome, in cui mi si chiede di dare il mio voto al
Suo partito alle prossime elezioni politiche.

La lettera contiene errori grossolani, di cui cercherò di dar conto
nella forma più stringata possibile e partendo dal punto di vista di
chi, vivendo all'estero e non essendo bombardato dai media italiani,
può guardare alle vicende mazionali con occhio più smaliziato.

1 - il governo Prodi, che pure non ha goduto della mia simpatia, non
ha "impoverito i contribuenti con una valanga di tasse". Ha cercato
invece, seppure in maniera lacunosa e comunque non equilibrata di
operare una redistribuzione del reddito che in Italia appare ormai
improcrastinabile se non si vuole arrivare al punto di trovarsi con
le rivolte popolari in strada. In questo, il governo che Lei ha
guidato per 5 lunghi anni non è affatto esente da responsabilità, anzi!

2 - La "scandalosa e colpevole vicenda dei rifiuti campani", che
tanto ha danneggiato l'immagine dell'Italia - oltre alla salute dei
campani - è davvero scandalosa. Ma, di nuovo, dov'era il suo lungo
governo mentre questa situazione andava maturando?

3 - "La parola torna al popolo sovrano" mi sembra decisamente una
presa per i fondelli. Con la legge elettorale approvata in extremis
dal Suo governo (dopo che durante la precedente legislatura proprio
Lei aveva gridato al colpo di Stato se il centrosinistra avesse
tentato di fare ciò che Lei si è poi permesso), il popolo non è
sovrano proprio di un bel niente. I candidati vengono decisi dalle
segreterie di partito, nessuno è responsabile di fronte agli elettori.

4 - "... sosterremo con sempre maggiore impegno le comunità italiane
all'estero..." In dieci anni di residenza all'estero, io ho potuto
percepire la presenza della politica italiana in due sole occasioni,
ovvero con le lettere elettorali precedenti le elezioni. Prima che ci
si desse questa opportunità di votare, e fuori dalle campagne
elettorali le forze politiche italiane sono, per le comunità
all'estero, semplicemente assenti. Come del resto pare anche sul
territorio nazionale, aldilà dei blateramenti negli studi di Vespa,
Santoro e compagnia cantante.

5 - "Col nostro governo, ... , l'Italia aveva riconquistato un ruolo
di preminenza in Europa e nel mondo, ecc". Signor Berlusconi,
l'Europa non ci ha MAI riso in faccia tanto come nel periodo in cui
Lei è stato presidente del consiglio, tanto da farmi vergognare in
numerose occasioni di essere italiano, e tanto da spingermi in
altrettanto numerose occasioni a tacere o scusarmi pubblicamente a
nome di tutti i miei connazionali. Non basta il fatto che siamo
l'unico Paese al mondo dove al proprietario di televisioni e giornali
viene scandalosamente concesso di ricoprire cariche istituzionali, ma
gli insulti in Parlamento Europeo, le corna nelle fotografie
ufficiali (roba che ormai non fanno più neppure gli studenti delle
scuole medie!!!!), gli apprezzamenti fuori luogo sui premier di altri
Paesi, il servilismo piatto nei confronti delle superpotenze che
stracciano i diritti internazionali e la collusione nella criminale
infrazione delle più elementari regole di democrazia e sovranità
territoriale. Cose che spingerebbero qualsiasi persona con
responsabilità politiche a ritirarsi e anzi a sparire al più presto
dalla scena politica. Questo, naturalmente, in un Paese normale e
democratico quale l'Italia - da tempo - non è.

6 - Vi presentate uniti sotto lo stesso simbolo, ma è una pura
operazione di facciata. Siete sempre un mare di simboli, riuniti per
poter dire che siete maggioranza relativa, ma che in realtà
continuano a essere frazioni. Oltre a ciò, annoverate fra le vostre
fila dei fascisti convinti e a nulla vale (anzi forse questo aggrava
maggiormente la colpa) che vengano imbarcati per questioni di puro
calcolo. Anche Hitler fu messo a capo del governo da forze che
ritenevano di poterlo manipolare facilmente e tutti sappiamo come
andò a finire. Senza dimenticare naturalmente le spinte pesantemente
xenofobe in seno al Suo migliore e più fedele alleato, la Lega Nord.
Un italiano all'estero, fatto oggetto di clichées ben noti e di non
infrequenti dimostrazioni di intolleranza, semplicemente non può
associarsi a partiti che trattano gli stranieri così come nessuno
desidera essere trattato.

Il vero dramma dell'Italia è che c'è un mare di gente che alle Sue
bufale, alla Sua villania, e soprattutto alla Sua incapacità quale
statista è pronta a dare ancora credito.

Lei, signor Berlusconi, non avrà il mio voto ed è un vero peccato.
Abituato ormai a vivere in un Paese veramente democratico come la
Germania, ed essendo profondamente deluso dalla sinistra, se Lei non
fosse ciò che è, e se la destra in Italia fosse una reale alternativa
democratica, non esiterei a votare per un simile partito. Purtroppo,
invece, il suo sedicente Popolo della Libertà tutto è tranne che un
partito moderato di una destra moderna e a me non resta altro da fare
se non protestare per l'anticostituzionalità di elezioni che privano
il cittadino del reale potere di decidere, per un sistema dopato da
media asserviti ai partiti, e infine dimostrare la mia protesta in
cabina elettorale e in qualsiasi manifestazione utile alla
disarticolazione di questo "sistema".

Si vergogni e, se davvero vuole rendere un ottimo servizio
all'Italia, sparisca per sempre dalla scena politica!

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Nuova costituzione

Posted by Max on 11:51
Porca l'oca, e chi l'avrebbe mai creduto? Mi tocca solidarizzare con Demente Tinozza!

Insomma, sono anni, lustri, decenni che tutti sanno che nomine, appalti, concorsi e quant'altro passano per il beneplacito dei partiti. Adesso cosa vogliamo fare, dire improvvisamente che solo lui e i suoi accoliti sono organizzati come una cosca?
Il problema non è l'Udeur: è l'Italia intera a essere governata da diverse famiglie, cosche, partiti, il nome non fa differenza. Regole, leggi, il bene comune sono assolutamente secondari rispetto alla priorità di rafforzare il proprio potere, per continuare a mantenerlo e quasi sempre anche per lucrarci sopra. Sono cose risapute e alle quali bisogna piegarsi, adattarsi o compartecipare attivamente.

Mi viene da ridere pensando alla prima, seconda, domani sarà la terza repubblica. Varrebbe la pena ufficializzare la nostra forma statale, magari adattando la costituzione. Perciò:

Proposta per una nuova costituzione

PRINCIPI FONDAMENTALI

Art. 1
L'Italia è un feudo fondato sul potere totale dei partiti.
A questi appartiene la sovranità, che viene esercitata principalmente e nella massima estensione per il proprio tornaconto.

Art. 2
Nel feudo, il riconoscimento e la garanzia dei diritti dell'uomo sono subordinati all'interesse preminente delle formazioni partitiche. Anche i diritti, così come i doveri, dei cittadini sono flessibili in ragione del beneficio che i partiti-feudo possono ricavarne.

Art. 3
La dignità dei cittadini e il trattamento davanti alla legge dipendono dalla loro appartenenza o meno a una formazione partitica, a un'azienda la cui rilevanza per gli interessi dei partiti sia preminente, e infine dal loro censo.

E così via. Mi sembra molto più corrispondente alla realtà dei fatti. Mica c'è bisogno di essere ipocriti.

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Pagliacci

Posted by Max on 14:49
La moglie di Mastella inquisita in quanto cattolica?
E perché non tirare fuori magari la persecuzione contro le donne?
Quest'anno hanno anticipato il carnevale.

Siamo sempre in attesa della legge sul conflitto d'interessi, il superamento della legge Treu/Maroni, i diritti alle coppie di fatto e omosessuali.

Povera Italia...

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"Il processo a Galileo fu ragionevole e giusto"???

Posted by Max on 09:41
Portiamo Ratzinger a fare lezioni e a tenere discorsi all'università scientifica?
Allora perché non portare un pedofilo a fare lezione di sessuologia alla scuola elementare?
Anche Hitler a parlare in sinagoga.
E, perché no?, Totò Riina a parlare di legalità alle imprese.
Barbablu a parlare di armonia nella coppia agli sposi novelli.

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Perché governano i cattivi?

Posted by Max on 13:43
Oggi un mio conoscente col quale parlo spesso degli avvenimenti, di politica e di filosofia mi ha mandato un link che contiene un articolo di un professore di economia dell'università del Nevada. Ve lo traduco e lo sottopongo alla vostra considerazione, nella sua lucida, disarmante analisi.
Io dentro a questo articolo riconosco un mucchio di facce. Praticamente tutte. Riconosco non solo i mali dei politici ma anche quelli dei dei semplici cittadini furbi per natura o per presunta necessità. E mi chiedo due cose:
- che si direbbe in Italia se un professore universitario o magari Beppe Grillo scrivessero un articolo come questo?
- se è vero quanto sostenuto da questo testo, allora che si fa?

Dal canto mio, credo che il problema non stia tanto nella democrazia in sé e per sé. Credo che stia nei meccanismi di creazione del consenso (mamma che termine terrificante) e nel controllo dei governanti. In questo senso credo che in Italia la democrazia nel senso vero del termine sia già terminata da un pezzo, in favore di una oligarchia formata dal connubio tra economia, politica e informazione (lobbies, politici che le rappresentano, media che ne propalano le menzogne o verità addomesticate). Per taluni versi, credo anzi che una vera democrazia non l'abbiamo conosciuta mai. Prima del fascismo perche mancava il suffragio universale, e dopo di esso perché... il discorso si fa lungo, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Basta con le pippe sulla prima, seconda, terza repubblica. È fumo negli occhi. Sarebbe ora di creare una vera democrazia.


Perché a governare sono i cattivi
di Hans-Hermann Hoppe

«Una delle proposizioni più largamente accettate tra gli economisti politici è la seguente: qualsiasi monopolio è negativo dal punto di vista dei consumatori. Il monopolio viene considerato nell'accezione classica di privilegio esclusivo garantito a un singolo produttore di un bene o di un servizio, vale a dire l'assenza di libero accesso in una determinata linea di produzione. In altre parole, solo un'agenzia A può produrre un dato bene, x. Qualsiasi monopolista del genere è negativo per il consumatore poiché, protetto da potenziali nuovi concorrenti nella sua area di produzione, il prezzo del prodotto x del monopolista sarà più elevato e la qualità sempre del prodotto x sarà inferiore che altrimenti.

Questo verità elementare è stata invocata frequentemente quale argomento in favore di un governo di tipo democratico in opposizione a un governo classico, monarchico o del principe. Questo perché in democrazia l'entrata nell'apparato di governo è libera - chiunque può diventare primo ministro o presidente - laddove invece in una monarchia questo privilegio è ristretto al re e al suo erede.

Invece, questo argomento in favore della democrazia è fatalmente bacato. Il libero accesso non sempre va bene. Il libero accesso e la competizione nella produzione di beni è un bene, ma la libera competizione nella produzione di mali non lo è. Il libero accesso nel business della tortura e dell'uccisione di innocenti, oppure la libera competizione nell'inganno e nella frode, per esempio, non rappresentano un bene, ma un grande male. Allora che tipo di "affare" è il governo? Risposta: non si tratta di un abituale produttore di beni venduti a consumatori volontari. Piuttosto si tratta invece di un "business" impegnato nella ruberia e nell'espropriazione - per mezzo di tasse e raggiri - e la protezione di beni rubati. Pertanto la libera entrata nel governo non alimenta qualcosa di buono. Infatti peggiora le cose, ovvero alimenta il male.

Da che uomo è uomo, in tutte le società esistono soggetti che bramano la proprietà altrui. Alcuni sono afflitti da questo sentimento più di altri, ma gli individui generalmente imparano a non perseguire questi sentimenti o addirittura a vergognarsene. In generale solo un numero ristretto di persone è incapace di reprimere il desiderio per la proprietà altrui, venendo trattati dai loro consimili come criminali e repressi dalla minaccia della punizione fisica. Nel governo "del principe", solo una persona - il principe - può legalmente perseguire il desiderio della proprietà altrui, ed è proprio ciò che lo rende un pericolo potenziale e un "cattivo".

Ad ogni modo, il principe viene limitato nei suoi desideri redistributivi in quanto tutti i membri della società hanno appreso a considerare l'appropriazione e la redistribuzione della proprietà di un altro uomo come vergognosa e immorale. In conseguenza di ciò, ogni azione del principe viene osservata con il massimo sospetto. In evidente contrasto, con l'apertura dell'accesso al governo, a ciascuno viene permesso di esprimere liberamente il proprio desiderio per la proprietà altrui. Ciò che prima veniva considerato come immorale e di conseguenza represso viene ora considerato come sentimento legittimo. Tutti possono bramare la proprietà altrui in nome della democrazia; e ciascuno può perseguire il proprio desiderio per la proprietà altrui, purché riesca a entrare in un posto di governo. Pertanto, in democrazia tutti divengono una minaccia.

In conseguenza di ciò, in condizioni democratiche il desiderio così popolare quanto immorale e anti-sociale per la proprietà altrui viene sistematicamente rafforzato. Qualsiasi richiesta viene legittimata se viene proclamata pubblicamente sotto la protezione speciale della "libertà di parola". Tutto può esser detto e preteso, e tutto è acchiappabile. Neppure il diritto alla proprietà apparentemente più privata viene esentato dalle richieste redistributive. E il peggio è che, soggetti a elezioni di massa, quei membri della società con inibizioni limitate o assenti riguardo all'appropriazione della proprietà altrui, vale a dire a-moralisti abituali con maggior talento nella riunione di maggioranze all'interno di una moltitudine di richieste moralmente disinibite e reciprocamente incompatibili (i cosiddetto demagoghi efficienti) tenderanno a guadagnare accesso e ad ascendere fino alla cima del governo. Quindi, una brutta situazione che diviene ancora peggiore.

Storicamente, la selezione di un principe avveniva per l'accidentale nascita nobile, e l'unica qualifica personale era rappresentata dall'educazione a divenire futuro regnante e preservatore della dinastia, status, possedimenti. Tutto ciò non assicurava che il principe non fosse cattivo e pericoloso, naturalmente. Comunque vale la pena ricordare che qualsiasi principe avesse fallito nel suo dovere primario di preservare la dinastia - che mandasse il Pese in rovina, causasse scontento, agitazioni e rivolte, o in qualunque altro modo mettesse a rischio la posizione della dinastia - doveva affrontare il rischio immediato di venire neutralizzato o assassinato da un altro membro della sua stessa famiglia. In qualunque caso, comunque, anche se l'accidentalità della nascita nobiliare e l'educazione non evitavano che un principe potesse essere cattivo e pericoloso, allo stesso tempo nascita nobiliare e educazione non precludevano neppure che potesse essere un dilettante inoffensivo o una persona buona e morale.

Per contro, la selezione di una classe dirigente per mezzo di elezioni popolari rende quasi impossibile che una persona buona o inoffensiva possa raggiungere la vetta. Primi ministri e presidenti vengono scelti per la loro provata efficienza nella demagogia moralmente disinibita. Pertanto, la democrazia assicura virtualmente che solamente uomini cattivi e pericolosi raggiungano la cima del governo. A dire il vero, quale risultato della libera competizione e selezione, quelli che ascenderanno diventeranno individui sempre più cattivi e pericolosi, ma in quanto reggenti temporanei e intercambiabili solo raramente verranno assassinati.

A questo proposito, nulla di meglio che citare H.L. Mencken. "I politici", annota con il suo caratteristico piglio, "raramente o addirittura mai entrano [in carica] per puro merito, almeno negli stati democratici. Accade, a volte, ma solo in virtù di qualche miracolo. Normalmente vengono scelti invece per ragione piuttosto diverse, in cima alle quali sta semplicemente la loro capacità di impressionare e incantare gli intellettualmente inferiori... Che nessuno di loro si avventuri a dire la semplice verità, tutta la verità e nient'altro che la verità circala situazione del Paese, estera e domestica? Che nessuno di essi si astenga da promesse che già sa non poter mantenere - e che nessun altro essere umano potrebbe mantenere? Che nessuno di essi pronunci una parola, per quanto ovvia, che possa allarmare o alienare uno qualsiasi del branco di coglioni che si raccolgono al truogolo pubblico, nutrendosi al capezzolo che si assottiglia sempre più, sperando l'impossibile? Risposta: forse per qualche settimana all'inizio... Ma non dopo che la questione sia discretamente partecipata, e la battaglia diventi seria... Tutti loro prometteranno a ogni uomo, donna e bambino del Paese qualsiasi cosa uomini, donne e bambini possano desiderare. Tutti loro attraverseranno il Paese cercando le possibilità per rendere povero il ricco, per rimediare l'irrimediabile, soccorrere l'insoccorribile, risolvere l'irrisolvibile, sfiammare ciò che non si può disinfiammare. Tutti loro cureranno le verruche semplicemente parlando sopra di esse, e salderanno il debito estero con soldi che nessuno dovrà tirar fuori dalle proprie tasche. Quando uno di loro dimostra che due più due fa cinque, un altro proverà che invece fa sei, sei e mezzo, dieci, venti, n. In breve, svestiranno i panni di uomini sensibili, candidi e sinceri, e diverranno semplicemente condidati per la carica, proni esclusivamente ad accalappiare voti. A quel punto, se già non lo sapevano prima, sapranno che in democrazia i voti vengono accalappiati non parlando col buonsenso bensì dicendo stupidaggini e a ciò si applicheranno con fervore. La maggior parte di essi, prima che il clamore si sia chetato, avrà perfino convinto se stesso. Il vincitore sarà chiunque prometta di più con la minor probabilità di riuscire a fare qualcosa.»

8 Novembre 2004

(Articolo originale reperibile presso LewRockwell.com)

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Nucleare, no grazie

Posted by Max on 11:36
In Germania stamattina la radio riportava questa notizia: i risultati di un'indagine dimostrano che l'insorgenza di tumore al sangue nei bambini sotto i cinque anni aumenta proporzionalmente alla vicinanza alle centrali atomiche.
Direi che si commenta da sé.

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Cervelli fini

Posted by Max on 13:56
Nell'ecosistema italiano, che si mantiene non con progetti ma con la voce grossa fatta a turno da questa o quella categoria, con le pressioni delle lobby, e dove quelli che hanno meno forza contrattuale lo prendono regolarmente nel culo, politici e giornalisti (verginelle mai colpevoli di niente) hanno pure la faccia tosta di giudicare inqualificabile l'atteggiamento degli autotrasportatori.

E dove sta questa gentaglia quando le categorie denunciano l'impoverimento, il degrado, la mancanza di sicurezza, gli inadempimenti contrattuali quando esista un contratto... Io me li ricordo i tranvieri di Milano, non molto tempo fa. Stessa storia: anni a ripetere che non avevano più un contratto, che lo stipendio era (è?) da fame, che non ce la facevano più. Esaurita la pazienza, sciopero, Milano nel caos, precettazioni, accuse e insulti reciproci... Allora, in Italia è solo questione di "corporazioni" come le chiamano, o è questione che se non si arriva al conflitto duro non si muove mai nulla?

E perché le altre categorie che si trovano in condizioni simili non solidarizzano? Perché l'insegnante mortificato, il precario laureato del call center, lo stagista a titolo gratuito, il capofamiglia che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese con lo stipendio - invece di lamentarsi perché manca la benzina o il panettone - non raggiunge i trasportatori in lotta? Forse perché il passo richiede un cervello un po' più espanso di quello di Simpson (vedi foto), e una solidarietà meno ipocrita di quella da paronato parrocchiale?

Poi leggi che in Italia c'è il rischio della disintegrazione sociale. Sbagliato, non c'è il rischio, è una cosa già avvenuta. E in qualche misura, temo, pure meritata.

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Ce n'è per tutti

Posted by Max on 10:58
La7 sospende il Decameron di Luttazzi perché insulta Ferrara.
Due cose.

1 - Luttazzi è uno di quelli che hanno aperto il fuoco contro Grillo all'indomani del V-Day. Proposte sbagliate, sbagliato il metodo, diceva. Poi lui va su La7 a dire che immagina la vasca con Ferrara dentro e Berlusconi che gli piscia addosso, quell'altro che gli caga in bocca, e la Santanché che frusta tutti in completo sado-maso. E sarà questo il modo migliore per cercare di cambiare le cose, no, Luttazzi?

2 - Nonostante il fatto che Luttazzi sia evidentemente un pirla, come dimostrato, il motivo per cui ha usato quelle immagini oniriche è assolutamente condivisibile. Vale a dire lo schifo per un cretino (Berlusconi) che ha il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra. Infatti la manifestazione per la pace di Roma l'ho oscurata io, non lui. Prostrato davanti ai piedi e alla volontà di Bush mi ci sono messo io, non lui. E Ferrara, che gli insulti li merita sempre e comunque a prescindere da chi li pronuncia, andava in televisione a dire che chi si opponeva alla guerra era un "figlio di Saddam", un terrorista addirittura. Dunque Luttazzi è un pirla, ma un pirla che ha ragione da vendere.

Continuo a divertirmi, poi, leggendo le notizie. Mastella il moderato intima al centrosinistra di modificare il decreto-legge eliminando le misure anti-omofobia, "altrimenti è finita". Dare degli ultimatum è notoriamente il segno di una misura moderata e di una disponibilità al compromesso. Ma i radicali brutti e cattivi, ovvio, sono quelli della sinistra. Una logica ferrea.

Infine ieri sera, il direttore del TG1 intervista Pansa, Feltri e un altro paio di teste fine di cui, grazie al cielo, neppure ricordo il nome. Questi vanno a dire che il precariato non è poi tanto male, che una volta lo si faceva senza tante storie, che all'estero si chiama mobilità, flessibilità, anzi è una cosa positiva perché permette di fare diverse esperienze. E poi permette di formare professionalmente senza pagare un apprendista come un professionista.
Vorrei andassero a dirlo in una piazza di fronte al nugolo di cinquantenni espulsi dal mercato e non in grado di trovare una collocazione lavorativa per una cifra superiore ai mille euro al mese. In alternativa, di fronte al nugolo di laureati costretti a affrontare mesi, anni di lavoro stagista non retribuito. E poi dovrebbero fare una bella esperienza di un simile precariato. Poi ne riparliamo.

Per concludere, il direttore che assomiglia al compagno di classe del primo banco che tanto mi stava sui coglioni, sempre bravino e perfettino e pronto a leccare il culo del professore, che lamenta lo stillicidio contro i giornalisti, povere vittime di cotanta malvagità, ritenuti responsabili o corresponsabili del dramma che si consuma in Italia. Ma quando mai? Giornalisti indipendenti, che non sottostanno a nessuna direttiva, non sono i lacché dei politici, chiaro, ovvio. Meglio di Totò. Ma io ho più rispetto per le prostitute da strada.

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Moderati mannari

Posted by Max on 11:13
La Binetti ciliciata non vota il decreto sul quale viene posta la fiducia, ma i radicali intransigenti stanno a sinistra.
L'Unione non rispetta il programma proposto agli elettori prima delle elezioni, ma l'antipolitica la fa Grillo.
Questa è l'Italia. Questi sono i media.
Se qualcuno decide di emigrare, offro appoggio logistico.

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Complotto, oh yeah!

Posted by Max on 14:38 in
C'era una volta il Barbiere della Sera.

E c'era una volta e forse, speriamo di no, c'è ancora il poco prode Astolfo.
Il quale Astolfo, con pochi argomenti ma grande arroganza, tentò - e probabilmente nella sua criminalità tenta ancora altrove - di perorare la causa della pazzia di coloro i quali credono che gli attacchi dell'11 settembre 2001 siano stati un inside job, ovvero organizzati o quantomeno coperti dall'amministrazione statunitense.

Alla sua colpevole imbecillità risponde il numero, ogni giorno crescente, di persone che viene a contatto con immagini, dati, video, e si convince che le cose che sono state descritte dopo non corrispondono a quelle effettivamente avvenute. Da presa d'atto a elaborazione del perché, con annesse responsabilità, il passo è fortunatamente breve.

"C'è un movimento in espansione che conta già centinaia di milioni in tutto il mondo. Scriveva infatti Pierluigi Battista sul Corriere della sera (10 settembre): «La grande setta dei complottisti», che compra milioni di video e di libri contro la versione ufficiale sull'11/9, è «dilagata esercitando forza di suggestione e praticando una sorta di monopolio immaginario della controverità» che non riguarda più soltanto «sparute minoranze di maniaci». Insomma ci siamo, si tratta ormai di un movimento imponente: solo negli Usa oltre il 50 per cento dei cittadini è favorevole a una nuova commissione d'inchiesta sui fatti dell'11 settembre 2001. (...) - Da il Manifesto di ieri, 24 ottobre 2007.

P.S. Astolfo: sei un coglione a tutto tondo!

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About "re-virginizing"

Posted by Max on 13:03 in
A few days ago a so-called "revirgination" process was published on hackint0sh.
The iPhone Dev Team doesn't recommend using it. No further explanation.
At the same time, some people claim that this process would corrupt the seczone by writing zeros.
While I believe the Dev Team being a bunch of great guys, and appreciate the fact that they are limiting themselves to just "not recommend" a process (for whatever reason), I have taken the time to read the content of different threads.

Being one of those who own an iPhone which came with FW 1.0.2, unlocked with iUnlock_reloaded, and being annoyed by the delay of a solution making it possible for me to upgrade to FW 1.1.1, a couple of days ago I gathered all the information I could find, pondered the apparent reliability of the revirgination process and assessed the risk. My conclusion was, it was worth trying. So I did.
I followed this link for revirgination, and this link for the unlock under 1.1.1. Everything went well.

Now, for those who are in doubt and suffer from the psychologic terrorism of those claiming that this process "permanently bricks your iPhone" during the process or "may brick it once a new firmware gets released", I want to state what follows:

1 - Every hack implies a certain degree of risk, which each one of us must assess, subsequently deciding whether trying is worth or not.
2 - I have been told of people bricking their phone with the revirgination process, but none has given me evidence of it. I'd like to talk to someone trusted who witnessed such a disaster. Until then, rumors are rumors and nothing more.
3 - Nobody forces you to update the firmware. You can decide to keep 1.0.2 and just wait before you upgrade to 1.1.1. Depends on who and what you trust. In the same way, now that I successfully revirginate and upgraded to 1.1.1, nobody forces me to upgrade to 1.1.2 (if this is will be the code of the new firmware) once Apple releases it. Of course I'll wait until I can read opinions and experiences, assess the risk and so on. The decision-making process is the same, always.

And now a couple of quotes answering frequently asked questions, which helped me take my decision. Hope it helps someone else too.

Q - Does this mean that people using the very rough virginization guide (which utilizes SimFree.app in the process) are actually corrupting their data? Oh the irony. (norenore)
A - they can always do the virginization again with the server patch that gives u a new seczone... (bogdi1988)
A - No, because geohot's "abuse" of SimFree.app only gets to the stage where it sends parts of your seczone to geohot's servers, and then bugs out with an "invalid token" message before reaching the stage where the normal IPSF corrupts your seczone. Since SimFree.app doesn't receive the correct token back from what it believes to be the IPSF servers it doesn't write anything to the seczone. (weeaboo)

Q - So after this method and anysim 1.1 if we restore our phone, we will have a virgin, factory-like iphone? Because there are some people who say that the new virgin method just patches some more checks and not actually virginising our phones... Is there any chance that apple will make our phones bricks again (and we will need another tool to restore)? (mapas)
A - The "new" method is not out yet. Geo has moshed together something, which is not really a solution you should use for now (unless you want to run around reading guides, thread and readme files from here & there). But the mechanism mentioned in the first post of this thread will ACTUALLY return your seczone to a factory like condition. So it is a true virginizer. (Locked)

Q - Just to make sure that I am on the same page. I heard someone say (maybe Doggun) on the iphone forum that this virginizer also zeroes out a particular portion of the seczone (like IPSF does). Reading your response I get a feeling that the virginizer is *good* and does not suffer the same problems as IPSF. Right? (dennis)
A - you are mixing two things. The virginizer and the unlocker. The virginizer will fix the damage done by earlier iUnlock and anySIM. It has nothing to do with the current anySIM. it basically paves the way for the new anySIM to work properly.
old anySIM -> damaged seczone -> virginizer -> good seczone - > new anySIM (Locked)

Q - So what about the nck count.... it increases with old anysim and IPSF by 1 every time you run it. What about the new anysim. Does it increase the nck. If so, you would only be able to upgrade/hack five times... (PmgRiPhone)
A - The revirginizer will restore the count (geohot)

(sources: Forum Hackint0sh e Elite Team)

I hope this clarifies the situation a bit. Apparently the Elite Team is about to release a true virginizer too, but if you can't/don't want to wait any longer...

Do I need to say that if you try and for whatever reason screw your iPhone, I'm not responsible for it? What I've posted here is just information, helped me take *my* decision. You read, you decide, your iPhone. :)

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Ho ceduto, ma consapevolmente :)

Posted by Max on 13:22 in
È andata a finire che un mese fa l'ho acquistato, due settimane fa l'ho ricevuto e sbloccato, e adesso lo uso - con grande soddisfazione - con il mio contratto Vodafone. In barba alle limitazioni del tutto prive di giustificazione che Apple tenta di imporre. Di cosa sto parlando? Naturalmente dell'iPhone, un oggetto che un utente veterano di Apple non può lasciarsi scappare.

Questo aggeggio mi ha proprio acchiappato, poche ciance. In effetti è più un computer molto mini più che un semplice telefonino. E come un piccolissimo computer sarebbe anche espandibile, almeno nel software, se anche qui Apple non avesse assunto una politica che ricorda molto quella di Microsoft. Chi smanetta e se ne impippa delle condizioni di garanzia (e io sono tra questi) riesce comunque a installare pacchi di software sugoso.

Ad ogni modo, io sono dell'avviso che quando acquisto un auto poi sono libero di montargli le ruote o altri accessori che pare a me. Ci mancherebbe altro che la Fiat mi imponesse di fare rifornimento solo da una certa catena di stazioni di servizio, o di montare solo certe gomme. Per questo ho offerto il mio appoggio alla schiera di hackers che lavorano per penetrare questi blocchi. Loro sono fior d'ingegneri, io li aiuto traducendo in italiano gli articoli esplicativi che redige uno di loro.

Ora sono uno dei tanti che attendono lo sblocco del nuovo firmware per aggiungere funzioni al mio gadget. Intanto continuo a usarlo con tutte le sue funzioni originali, telefono incluso. Tra l'altro è diventato un ottimo motivo per riorganizzare tutti i miei contatti in schede complete. Un lavoro che avevo intenzione di fare da molto tempo ma che, come spesso accade alle buone intenzioni, era rimasto lettera morta. Oltre a questo ho imparato una tonnellata di cose su aspetti tecnici che prima mi erano del tutto sconosciuti, inclusi alcuni comandi da terminale. Una cosa che mi ha abbastanza entusiasmato e che penso proprio approfondirò.

Ad ogni modo ho anche personalizzato un po' di cose, realizzando un set di icone in stile "anni '30" per la springboard, visibile nell'immagine qui a fianco e da me allungata per farci stare tutte le icone create finora. Se qualcuno le vuole gliele manderò volentieri. Questo è il link per imparare a sostituire le icone delle applicazioni su iPhone.

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Scalfari chi?

Posted by Max on 08:46
Buongiorno Marco.

Il fatto che di Beppe si parli così tanto significa solo una cosa: che lo temono. E a buon motivo, direi. O meglio, più che temere lui, temono il fatto che sia riuscito a diventare elemento aggregante di un dissenso che è evidentemente molto più diffuso di quanto dicano i due o trecentomila che siano quelli che sono scesi in piazza a firmare.

Personalmente non sono sorpreso dagli attacchi, specialmente dalla sinistra, e trovo le obiezioni alquanto estemporanee nella loro ilarità. Si lamenta la disaffezione alla politica, poi ci si lamenta se la gente se ne interessa. Allora si dica chiaro che si vorrebbe affezione per la politica così come intesa e interpretata da chi in questo momento sta in Parlamento. Impresa ardua, visti i risultati.

Il pericolo dei poteri forti, paventato ad esempio da Scalfari, è un'altra bubbola buona solo per gli ingenui che vanno al traino dei cosiddetti maitre-a-penser: qualcuno dovrebbe avere il coraggio di spiegare che in Italia al momento non si muove foglia se non sta bene agli adepti del gruppo Bilderberg (Prodi e Padoa-Schioppa), al Vaticano (vedi quel che ne è stato della ricerca sulle staminali, i diritti alle coppie di fatto, gli attacchi alla legge 194 e non dirmi che la si vuole migliorare: migliorare qualche dettaglio è il grimaldello che tentano di usare per scardinarla completamente. L'importante per loro è che si accetti di rimetterla in discussione, poi ci pensano loro...), la Confidustria (basta vedere certe affermazioni - veri e propri diktat - di Montezemolo sulla irrinunciabilità alla legge sul precariato). Quali poteri più forti di questi potrebbero saltare in groppa al popolo del V-Day?

E ancora il pericolo della violenza, del terrorismo che potrebbe esplodere dal movimento di protesta. Beh io ero troppo piccolo nel '68 per ricordare di persona, ma i libri servono per imparare ciò che non si è esperito personalmente. Il '68 nasceva da un afflato di cambiamento rispetto a una società bloccata e inadatta a interpretare i profondi cambiamenti sociali avvenuti sull'onda dell'urbanizzazione e dell'industrializzazione. Anche oggi siamo di fronte a uno scenario economico che è stato radicalmente mutato dal crollo del muro e dal liberismo spinto, oltre che dall'emersione dei giganti India e Cina. Se questa classe dirigente non è in grado di gestire il cambiamento, di elaborare e attuare proposte che se non risolvono i problemi quantomeno ne attutiscano l'impatto, beh allora è naturale e anche giusto che si protesti e si cerchi il cambiamento. Anche la rivoluzione francese è nata da presupposti simili. E anche quella americana, e anche quella russa. Tra l'altro, di tutto ho visto e sentito a seguito dell'8 settembre, tranne che accenni a una qualche forma di violenza. Sempreché non si voglia fare del cabaret e sostenere che certe affermazioni di Beppe siano più pericolose o violente di quelle - ad esempio - di Bossi che parla esplicitamente di fucili, di sciopero fiscale. O delle offese, talvolta pesanti, che in questi ultimi dieci anni si sono scambiati esponenti di rilievo tanto del centrosinistra quanto del centrodestra.

Insomma è evidente che le critiche e le accuse sono del tutto capziose. Una vera e propria campagna denigratoria. La buona notizia, però, è che molti di quelli con cui parlo si dicono assolutamente impermeabili a queste critiche, perché hanno visto e sentito (e sopportato) troppo. E perché misurano certe affermazioni non più sotto una lente ideologica, ma sotto quella degli effetti che questa "classe dirigente" fa loro provare sulla propria pelle. Il che è un argomento incontrastabile da qualunque Repubblica o Scalfari. Del resto, in procura per spiegare come facesse a sapere con anni di anticipo cosa stava succedendo e come sarebbe andata a finire con la Parmalat non è stato un redattore di Repubblica o Scalfari, bensì proprio Beppe.

Una cosa condivido: è triste pensare che in questa Italia, tradizionalmente terra di cultura e d'inventiva, a diventare bandiera di un cambiamento debba essere un comico, per quanto simpatico e arguto. Triste, ma non incomprensibile.

Sono curioso di vedere come proseguirà la questione del "bollino" a liste civiche che rispondano ai suoi requisiti. Se finiranno col farsi assorbire dalla cultura delle spartizioni e della cosca, o se riusciranno a ottenere cambiamenti veri. Ma per tirare bilanci ci vorranno anni. Nel frattempo, se Beppe continua a macinare proposte, sensate e decisamente aderenti a quelle che sono le ferite aperte della nostra società e le urgenze del numero sempre maggiore di gente in difficoltà, temo (anzi spero) che il movimento sia destinato ad allargarsi.
Vedremo.

Volevo essere più corto, invece un pensiero ha tirato l'altro. Scusami.
Buona giornata.
Massimo

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Dittatura o Maria Antonietta?

Posted by Max on 09:59
Ho letto e spesso condiviso in parte o in toto gli editoriali di Eugenio Scalfari, ma quello di oggi che ha per tema Beppe Grillo mi sembra veramente preoccupante, in particolare perché ho sentito un commento molto critico anche da parte non solo di Marco, un amico "conservatore illuminato", ma soprattutto di Bruno, un amico comunista da sempre.

Riepilogando grezzamente, Bruno dice che lo preoccupa l'appello a distruggere i partiti. Marco dice che se si corre dietro a uno come Grillo si aprono le porte ai cosiddetti "poteri forti". Scalfari addirittura adombra il pericolo di una dittatura che sarebbe pronta a instaurarsi sull'onda di movimenti di piazza come quello dello scorso 8 settembre. I riferimenti al qualunquismo di Giannini si sprecano.

Ora, io vivo all'estero e non sono sottoposto ai bombardamenti mediatici di radio e televisione italiane. Leggo i giornali (Repubblica, Corriere, Manifesto) tutti i giorni, e leggo giornalmente anche il blog di Beppe. Leggo, confronto, cerco di approfondire quando posso. In questo caso, mi sembra che a Bologna Beppe abbia espresso dei concetti semplici, estremamente. Uno di questi in particolare dovrebbe, da solo, far piazza pulita delle perplessità e preoccupazioni che sento in giro. "La politica la fate voi, ogni giorno, dovete riappropriarvene". Non mi sembra, questo, un concetto qualunquista. Anzi. E quando Bruno si dice preoccupato perché Grillo dice che vuole distruggere i partiti, mi pare non colga il senso vero di quella espressione. Se la si associa al concetto appena espresso, diventa evidente che a dover essere distrutti sono questi partiti, ovvero questo sistema di costante bombardamento mediatico, deresponsabilizzazione, delega acritica.

Mi sembra talmente evidente che non riesco a capacitarmi di come gente che ritengo intelligente e profonda, non colga. Le preoccupazioni di Marco e Bruno, per non parlare di quelle di Scalfari, mi sembra corrano dietro alla lepre finta mentre quella vera se la ride in tana.

Marco, i poteri forti? Perché in questo momento in Italia chi domina? Il popolo? I sindacati? O non sono forse Confindustria, il Vaticano, le agenzie di rating (che esprimono le potenze finanziarie europee e mondiali) a dettare condizioni? Bruno, un colpo ci si lamenta che non esiste più la piazza dove la gente socializza, scambia opinioni, preoccupazioni, speranze, e anche rabbia, e il momento dopo ci si lamenta perché in piazza a portare trecentomila persone ci va Grillo, senza incidenti, sfogando e dicendo pubblicamente quello che un sacco di gente dice nei bar, nelle scuole, nelle fabbriche, negli uffici?

"Se uno ha la febbre, inutile prendersela col termometro", leggevo ieri, e mai definizione mi è parsa più appropriata. Se siamo giunti al punto in cui un semplice comico che dice cose di semplice buonsenso riesce a portare in piazza centinaia di migliaia di persone in duecento città, vuol dire che il problema c'è, esiste, è serio ed urgente, e soprattutto non si chiama Grillo.

I politici si difendono, la televisione li aiuta. Io non credo si auto-riformeranno. Anche le leggi popolari rappresentano solo proposte, che vanno discusse in Parlamento. Mai visto nessuno tagliarsi le palle da sé, e considerati privilegi e potere in mano a questa classe "dirigente" non credo cominceranno loro. Ma allora che bisogna fare? Mugugnare ma sostanzialmente adattarsi e sottomettersi? Anche quando le cose vanno di male in peggio? Scalfari, che pare di storia se ne intenda, dovrebbe sapere cosa accade in quei casi. "Il popolo non ha pane per sfamarsi - allora che mangino croissants", la rivoluzione, Robespierre, le ghigliottine. Questa classe di politici non è molto diversa da Maria Antonietta: non solo i privilegi (innumerevoli e spesso scarsamente o per niente giustificati), ma la droga, le puttane, i pregiudicati... Forse è ora che si alzi un bel po' di vento.

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